L'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, ha un tono decisamente apocalittico circa il futuro del nostro pianeta.
L'ambiente e l'economia si sono incamminati su una strada pericolosa e irreversibile, se non verranno presi drastici provvedimenti per cambiarne il percorso.
Gli esperti segnalano che il cambiamento climatico indotto dall'uomo provocherà una quantità enorme di danni ambientali, in particolare per le calotte polari e gli oceani. Questi danni si riverseranno su tutto il mondo in forme diverse, ma alterando drammaticamente l'esistenza umana per come oggi la conosciamo.
I detrattori delle drammatiche previsioni circa i cambiamenti climatici, trascurano il fatto che sulla Terra non si sono mai verificati prima cambiamenti di questa portata.
La Terra è passata attraverso fasi di riscaldamento e raffreddamento globale, ma questa è la prima volta che ciò accade mentre 7 miliardi di esseri umani popolano il pianeta.
Oltre ai gas nocivi e all'effetto serra, la popolazione umana sta crescendo molto rapidamente. Con la crescita della popolazione, aumenta la necessità di suolo fertile e di luoghi vivibili, fattori che aggiungono ulteriore stress al pianeta. Ciò si verifica soprattutto nelle nazioni sottosviluppate che, ironia della sorte, sono quelle che hanno meno contribuito al riscaldamento globale.
Mentre alcuni esperti hanno criticato il rapporto delle Nazioni Unite definendolo allarmista, la maggioranza degli scienziati ritiene che il cambiamento climatico del nostro pianeta sia una reale minaccia. Secondo il Copenhagen Consensus Center, dopo l'anno 2070 il riscaldamento globale diventerà un costo netto per il mondo e avrà un impatto negativo anche su tutta l'economia e la finanza.
A causa del progressivo impoverimento delle terre fertili del pianeta, potrebbero verificarsi lunghi periodi di siccità su scala mondiale con il conseguente drammatico aumento dei prezzi degli alimenti. Le improvvise impennate dei prezzi di alcuni generi alimentari che si sono verificati recentemente in alcuni paesi, sarebbero solo un piccolo assaggio di ciò che presto potrebbe accadere.
Il cambiamento non avverrà dall'oggi al domani, ma si prevede che il calo della produzione vegetale avverrà nel corso dei prossimi 50 anni. Contemporaneamente, i prezzi si gonfieranno fino a generare carenza di cibo disponibile in molte aree del mondo. A questo fenomeno è già stato assegnata l'etichetta di "hunger hotspots". Questi hotspots già esistono in tutto il mondo ma potrebbero diventare ancora più numerosi.
Al manifestarsi degli effetti del cambiamento climatico su larga scala, molte persone diventeranno "rifugiati climatici", per fuggire da situazioni drammatiche nei paesi di origine. Questo tipo di crisi potrebbe venire innescato da catastrofi naturali come le inondazioni o da rivolte civili per la mancanza di cibo.
Le conseguenze saranno su tutte le regioni circostanti, che saranno invase da tutti questi rifugiati. La popolazione umana conta oggi circa 7 miliardi di persone e se una porzione di esse cercasse di migrare verso nuove parti del mondo, creerebbe necessità di integrazione e sostentamento quasi sicuramente impossibili da soddisfare. I fragili sistemi economici dei paesi ospiti finirebbero al collasso.
È stato stimato che il PIL mondiale potrebbe ridursi fino al 2% se la temperatura globale aumenterà, come previsto, di 2,5 °C.
La necessità che il mondo investa per l'adattamento climatico è abbastanza ovvia. Quasi il 20% delle città di tutto il mondo hanno già adottato piani di adattamento climatico nelle loro agende e quando queste intenzioni si concretizzeranno, i governi sposteranno risorse su queste nuove priorità, con la conseguenza di penalizzare seriamente i settori finanziati fino ad oggi.
Il comportamento degli uomini durante gli anni passati ci ha portato ad un bivio drammatico dove qualsiasi scelta si intraprenda avrà conseguenze nefaste. Non fare nulla e assistere alla catastrofe o spostare ingenti risorse per l'adattamento climatico stravolgendo l'economia mondiale con conseguenze imprevedibili?
Il futuro dell'umanità non è mai stato così incerto e questa volta promette di coinvolgere anche tutte quelle persone che fino ad oggi hanno vissuto in aree geograficamente privilegiate.
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