La carne rossa tra le cause di rischio per l’insorgenza di cancro al seno, è questo l’ultimo avvertimento per le donne, che proviene dall’Harvard School of Public Health di Boston e da una ricerca pubblicata sul British Medical Journal. In realtà la correlazione fra il rischio di carcinoma ed il consumo di carni rosse che è stato rintracciato rileva che un nesso esistente, che prima d’ora non era mai stato preso in considerazione dalla letteratura scientifica, riguarda, nelle persone anziane, le abitudini alimentari trascorse e non quelle del quotidiano, o viceversa, nei più giovani, quelle attuali per un rischio futuro.
L’associazione c’è, è confermata, ed interessa nello specifico le donne di mezza età relativamente alla loro alimentazione portata avanti da giovani. La ricerca ha analizzato i comportamenti alimentari, indicati mediante questionari, di oltre 80mila donne seguite per oltre 20 anni e chiamate a rispondere sul consumo abituale di carni rosse nell’ambito di un più vasto studio denominato Nurses’ Health Study II del 1991. I ricercatori hanno classificato i cibi delle singole diete alimentari presentate dalle donne nelle diverse categorie alimentari: carni rosse lavorate (es. hot-dog), carni rosse non lavorate (es. maiale), pollame, pesce, legumi, indicando, per ciascun alimento, una scala di consumo giornaliero. Dai dati raccolti si è potuto stimare che con una particolare alimentazione non solo esiste un rischio maggiore di cancro al seno, ma che il consumo eccessivo di carni rosse da giovani aumenta il rischio di tumore del 22%. Una simile percentuale, però, può diminuire, nel caso in cui il comportamento alimentare preveda di sostituire le carni rosse con il pollame, o con combinazioni salutari di piatti di pesce o legumi.
- Ricerca di: Harvard School of Public Health di Boston
- Pubblicata su: British Medical Journal
- Conclusione: Un consumo eccessivo di carni rosse aumenta del 22% il rischio di carcinoma alla mammella in età avanzata