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Rischio Sistemico: da Globale a Locale ?

Da Investireoggisicuro

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Nelle ultime settimane si è potuto assistere ad una diminuzione, seppur graduale, del rischio sistemico a livello globale, quello per intenderci che farebbe ricadere l’intera economia mondiale in una profonda e nuova recessione, indotta appunto da fallimenti di stati e banche.

Il caso Cipro, è la prova tangibile, tuttavia, che il rischio si è trasferito momentaneamente più a livello locale che non sull’intero sistema.

Tuttavia, solo i mesi futuri potranno convalidare questo scenario. Nel frattempo, la ripresa economica è iniziata solo per pochi paesi virtuosi e con un minor impatto della crisi immobiliare e del credito bancario. Se da un lato gli Usa mantengono accettabile la propria crescita, grazie alla stampa di moneta, dall’altro lato l’eurozona è ancora alle prese con una stagnazione economica che rischia di divenire depressione economica se non si inverte la marcia verso la crescita reale.

Nel grafico si può notare chiaramente come l’indice Eurozone composite manufacturing PMI (linea blu) provenga da una brusca ricaduta tra il 2011e il 2012 mentre da inizio anno pare volersi stabilizzare.  

Gli indicatori macroeconomici più generali fanno comunque ben sperare per il prossimo futuro e segnalano una graduale ripresa da fine anno in avanti e per tutto il 2014.

Una crisi economica di questa portata richiederà ancora diversi anni prima di poter ricreare delle condizioni strutturali di crescita. Il vero dilemma sarà appunto capire quanto nei prossimi mesi i paesi dell’eurozona, ed in particolare quelli periferici, saranno in grado di stabilizzare la caduta del Pil, del tasso di disoccupazione ma soprattutto il forte calo dei consumi: non esiste in economia nessun tipo di sviluppo se non ci sono consumi.

E proprio da questo ultimo aspetto si ha la conferma che anche alcuni paesi emergenti, strutturalmente dipendenti dall’export, stanno risentendo del calo della domanda estera e quindi restano al palo come crescita economica. Per esempio la Cina, leader tra i paesi emergenti, ha subìto nell’ultimo anno e mezzo un rallentamento molto profondo e più marcato rispetto alle stime e ora si ritrova a dover gestire il forte rischio del credito delle “banche ombra”, con cui governi locali e nuovi intermediari finanziari non bancari hanno spinto il credito di oltre il 60 % nell’ultimo quinquennio generando una evidente bolla immobiliare, a tal punto che esistono già delle città fantasma o dove la maggior parte degli edifici sono vuoti.

 

Finchè il gioco dura non accadrà nulla ma la storia insegna che le bolle quando scoppiano fanno molto male (Ecco le più grandi Bolle Speculative della Storia).

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