Riscoperto fungo scomparso dal 1840

Creato il 08 luglio 2011 da Zonwu
Dennis Desjardin, ricercatore della San Francisco State University, ha recentemente riscoperto un fungo luminescente quasi leggendario, le cui tracce sono andare perdute per quasi 170 anni.
Classificato per la prima volta nel 1840 sotto il nome di Agaricus gardneri, l'unico esemplare mai raccolto e analizzato è stato quello prelevato dal botanico britannico George Gardner in Brasile, a Vila de Natividade, dove i locali lo chiamavano "flor-de-coco".
Nel 2009, questo fungo è stato riscoperto, ed è ora chiamato Neonothopanus gardneri. Si tratta di un fungo che emette una potente luminescenza, tanto potente da riuscire a leggere un libro tramite la sua luce verdastra.
Reperire alcuni esemplari non è stato affatto facile: Desjardin e i suoi colleghi sono stati costretti a rivoluzionare il loro approccio alla raccolta di funghi. "Si usciva di notte durante la luna nuova, e si inciampava tra gli alberi della foresta, continuando a rimanere prudenti nei confronti di serpenti e giaguari".
Una volta nella foresta, il team di è servito di telecamere digitali per rintracciare i funghi luminescenti in grado di catturare anche frequenze luminose non percepibili dall'occhio umano, strumenti ormai largamente utilizzati per lo studio della bioluminescenza.
La bioluminescenza è un fenomeno noto da secoli nel mondo dei funghi: si va dal fungo dell'olivo (Omphalotus olearius), che si ipotizza possa servirsi di luciferase e luciferina per emettere una luminescenza simile a quella delle lucciole, fino al fenomeno definito "foxfire", in cui alcune specie di funghi iniziano a brillare in determinate condizioni ambientali.
Il problema è che, sebbene il meccanismo della luminescenza di alcuni funghi sia stato parzialmente spiegato, altri sfruttano reazioni chimiche differenti. E c'è una domanda che pare perseguitare Desjardin: perchè mai i funghi avrebbero bisogno di emettere luce?
Il Neonothopanus gardneri produce luce probabilmente tramite la stessa reazione luciferina-luciferase sfruttata dalle lucciole. Ma, fino ad ora, luciferina e luciferase non sono ancora state identificate nel fungo. "Emettono luce 24 ore al giorno, fino a quando sono disponibili acqua e cibo" spiega Desjardin. "Ma gli animali producono luce solo sotto forma di lampi luminosi. Questo ci dice che l'agente chimico che reagisce con l'enzima dev'essere abbondante e disponibile all'occorrenza".
Sul perchè i funghi sentano la necessità di brillare la scienza brancola ancora nel buio. Che necessità ha di emettere luce un organismo relativamente immobile? Una delle possibili spiegazioni è che la luminescenza serva per attrarre insetti in grado di diffondere spore nell'ambiente, ma per molti funghi la vicinanza di un insetto al micelio è solo un fattore di rischio, e non un'opportunità per diffondere le proprie spore.
"Non abbiamo idea del perchè lo facciano" ammette Desjardin. "Forse il micelio brilla per attrarre i predatori di questi insetti, predatori che si nutriranno degli insetti prima che possano danneggiare il micelio. Ma non abbiamo alcun dato per supportare questa ipotesi. Vogliamo sapere come si verifica il fenomeno, come si è evoluto, e si si è evoluto più volte. Siamo vicini a rispondere ad ognuna di queste domande".
Mushroom lights up the night in Brazil: Researcher finds bioluminescent fungus not seen since 1840

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