Magazine Cucina
Dopo una settimana di pioggia, finalmente ieri è uscito il sole e la giornata era splendida. Nella campagna intorno al mio paese, in questo periodo, si possono raccogliere gli asparagi selvatici. Una volta individuato il bulbo della pianta, da li cresco i nuovi germogli, detti torrioni. Sono piccoli, fini, di sapore più forte e amarognolo rispetto a quelli coltivati e si mangiano con la frittata o nei risotti. Per la prima volta sono andata a raccoglierli, ci vuole un occhio ben allenato per trovarli... ma con la mia tenacia, sono riusita a farne un bel mazzetto..., ovviamente, a fine mattinata, ero piena di lividi, perchè... si trovano sempre vicino ai rovi, ma ero felice perchè finalmente potevo fare il mio risotto
Ingredienti:
80 g riso violone nano o carnarali a persona
1 bicchiere di vino bianco
brodo vevetale sufficente per cuocere il riso
1 scalogno
olio extra vergine di oliva
un pezzetto di burro
una bustina di zafferano (facoltativo... io non l'ho messo)
un bel mazzetto di asparagi selvatici
Preparazione:
Dopo averli tenuti un pò a bagno, togliere la parte più dura e fare a pezzetti le parti più tenere.
Inbiondire parte dello scalogno nell'olio, aggiungere gli asparagi, rosolarli bene, salare, pepare, mettere qualche cucchiaio di brodo e cucinarli per qualche minuto.
Nel frattempo mettere a cuocere il riso come è di consueto. Inbiondire l'altra parte dello scalogno nell'olio, unire il riso , sfumare con un buon bicchiere di vino bianco, (io ho usato il nostro verdicchio locale) e farlo evaporare. Poi far bollire per qualche minuto alcuni gambi di asparagi con un pò del brodo vegetale (qui, chi vuole può sciogliere la bustina di zafferano).
A metà cottura del riso, unire gli asparagi e continuare ad aggiungere altro brodo, facendo attenzione a non farlo scuocere. Lasciare il risotto un pò all'onda, unire un pezzetto di burro e parmiggiano a volontà.
"l'amarogniolo dell'asparago selvatico, si modifica, dando al risotto un gusto particolare, gradevole al palato, sicuramente diverso dall'asparago coltivato ,ma decisamente buono"
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