Risotto tutto gamberi, ma proprio tutto, non saprei come altro chiamare questa versione in cui utilizzo ogni parte possibile, per esaltare la qualità ed i sapori che sono una prerogativa degli ottimi gamberi.
Da ragazzo, mi è capitato spesso di andare a mangiare in un ristorante sul mare, a Cannitello, e ricordo che si chiamava “U cocciularu” (che, in dialetto calabrese, significa venditore di cozze e vongole) ed il piatto che mangiavo sempre era un sontuoso risotto di mare.
A vederlo, la prima volta che ci andai con la mia fidanzata (oggi mia moglie), non ci avrei dato una lira, visto che non c’era ancora l’euro, perché aveva un colore omogeneo “grigiastro” e poco esaltante ma, alla prima forchettata si apriva un mondo di sapori, aromi e … mare!
Ecco, la sensazione di mare, persistente ed incredibile per un piatto che, all’apparenza avrei definito “anonimo” e che, se non avessi assaggiato, non avrei gustato in tutte le sue sfaccettature e nella gamma di sapori veramente intensa, dalla prima forchettata.
Ho provato, anni dopo, a cercare di rifarlo il più possibile simile e, dopo vari tentativi, ho raggiunto un livello accettabile ma non esattamente quello del “Cocciularu” (il pesce appena pescato e la grande varietà utilizzata sono elementi imprescindibili per un risotto “a tutto mare”) ma, almeno in questa versione, sono decisamente soddisfatto della mia versione di risotto tutto gamberi.
Certo che l’utilizzo di gamberoni rossi di Mazara del Vallo e di un Carabineros, sarebbero l’esaltazione di un risotto realizzato in poco tempo e con pochi ingredienti ma, anche con dei buoni gamberi freschi, riesce a sprigionare una sensazione di mare piena.
L’abbinamento con i pistacchi di Bronte, sia in granella che con qualche goccia di olio, è il naturale completamento di un risotto tutto gamberi con un tocco croccante e raffinato che si coglie al palato e che appaga, visto che mia moglie Anna, ha già chiesto che le prepari ancora una volta perché, dice, che la porzione di questa volta era un po’ troppo “piccola”.