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Risparmio senza tagli

Creato il 31 luglio 2011 da Nonzittitelarte

trieste_teatro_verdi2Il Verdi di Trieste punta al pareggio «Ma senza tagli alle opere»

Discusso dal cda del Teatro il piano di risanamento dopo il forte passivo del 2010

Richiamo di Cosolini a Calenda e Ferrazza: più impegno nella gestione quotidiana

Se il bilancio consuntivo 2010 si è chiuso con un rosso di 4 milioni 108mila euro, pesante al punto da indurre i revisori dei conti a sottoporre a Roma l’ipotesi di valutare lo scioglimento del consiglio di amministrazione e dunque il commissariamento della Fondazione, il bilancio 2011 del Teatro Verdi si potrebbe chiudere in pareggio, anzi in utile. Ma quello datato 2011 sarà un conto economico buono perché forte di una entrata straordinaria: si tratta degli oltre 3 milioni e mezzo di euro che il ministero dell’Economia dovrà versare al termine di una pluridecennale battaglia legale con il Verdi (ne riferiamo nel box a lato). L’obiettivo reale è dunque quello del pareggio nel 2012: un pareggio “vero”, che possa rimettere la Fondazione lirica in una condizione di sicurezza dopo il brusco picco negativo.

Di questo il cda ha discusso nella lunga seduta di ieri, esaminando il piano di attività avanzato dal sovrintendente Antonio Calenda: una proposta «oggettivamente ridotta nel budget rispetto alle stagioni precedenti – commenta il sindaco Roberto Cosolini come presidente della Fondazione – ma che serve a fare una buona programmazione». In base a questa proiezione il 2012 si dovrebbe chiudere in pareggio attorno ai 22 milioni di euro, dopo che nel 2010 – a causa soprattutto dei tagli operati da Roma al Fondo unico dello spettacolo – si sono avuti 24 milioni di uscite e 20 di entrate.

La parola d’ordine resta quella di economizzare su tutte le voci possibili e cercare di raggranellare qualche fondo in più dagli enti pubblici e dai privati.

Intanto Calenda garantisce che la prossima stagione lirica – del cui cartellone pure ieri è parlato – non subirà riduzioni: «Sette opere e due balletti, tutti in programma al Verdi», dice il sovrintendente. Si partirà però a gennaio e non più a novembre, mese nel quale ci sarà invece uno spettacolo che farà da apripista alla stagione vera e propria. L’inaugurazione del cartellone lirico sarà affidata alla “Anna Bolena” di Donizetti con Mariella Devia, mentre tra la lirica e l’operetta ci sarà spazio per un titolo su testo inedito di Pirandello. Con questo piano, a breve Cosolini si recherà dal ministro Giancarlo Galan per esporgli, a fronte del pericolo commissariamento, la situazione di un teatro che punta a un «netto miglioramento» rispetto alla situazione attuale.

Le indiscrezioni intanto dicono che ieri il sindaco, pur esprimendo apprezzamento per i suoi risultati artistici, ha posto con forza la questione della presenza del sovrintendente in teatro, attualmente assai limitata in quanto, com’è noto, a questa carica unita alla direzione artistica Calenda assomma la direzione dello Stabile di prosa e l’attività di regista. Il tutto mentre la delicata situazione della Fondazione in questo momento imporrebbe al contrario – secondo il sindaco – una presenza quotidiana in grado di garantire una gestione decisa del teatro. Discorso analogo Cosolini ha sollevato per il direttore agli affari generali Giuseppe Ferrazza, anch’egli non certo sempre presente negli uffici del Verdi. Sulla questione, così come sarebbe stata lanciata in cda, dal sindaco però non arriva alcuna dichiarazione. Mentre Calenda così dice: «A teatro ci sono le persone giuste, quanto a me spenderò il weekend a Messina per la possibile coproduzione di Pirandello. Vado in giro a cercare collaborazioni e denaro, ce la metto tutta». Paola Bolis

FONTE

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