Rispettate il mio voto: Monti acqua fuori dal mercato.

Creato il 19 gennaio 2012 da Firenze5stelle @firenze5stelle

Gli attivisti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua hanno simbolicamente occupato il Ministero dell’Economia per chiedere il rispetto del voto referendario.

L’attuale Governo Monti si appresta infatti a varare un decreto legge con cui si appresta a lanciare una nuova ondata di privatizzazione dei servizi pubblici. Per quanto riguarda l’acqua il Governo esclude la possibilità di gestione tramite aziende pubbliche e vincola il servizio idrico alle SPA e al mercato.

In questo modo si agirano i risultati referendari e la volontà popolare producendo un grave atto contro la democrazia e la richiesta esplicita di un cambio di rotta nelle scelte politiche economiche di questo paese. Si rilancia, invece, con forza la ricetta del libero mercato, dello sfruttamento dei beni comuni e la tutela dei profitti.

Per questo non arretreremo e saremo in mobilitazione permanente per far ritirare il decreto e per far prendere posizione al Parlamento ma, sopratutto, per far si che ancora una volta i cittadini e le cittadine italiane prendano parola in prima persona per riconquistare i propri diritti e il proprio futuro.

Il nostro voto va rispettato, fuori l’acqua pubblica dal mercato.

APPELLO GIÙ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!

nuova raccolta firme (qui la petizione on line) per impedire che le norme abrogate nel referendum del 12 e 13 giugno 2011 sbuchino nuovamente sotto forma di decreto.

http://www.acquabenecomune.org/

Come il Governo intende aggirare i referendum

Nella bozza di decreto legge sulle liberalizzazioni l’attacco al risultato referendario dello scorso giugno è diretto e soprattutto indirizzato verso la possibilità di ripubblicizzazione del servizio idrico.

Con l’art. 20 (“Aziende speciali e istituzioni”), infatti, si attacca direttamente il risultato ottenuto dal referendum sull’acqua, che, grazie al rimando alla disciplina comunitaria (Sentenza Corte costituzionale 24/2011), aveva reso possibili le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali: si dichiara infatti che le aziende speciali possono intervenire “per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale” (presupponendo artatamente che il servizio idrico integrato sia tale) e le si assoggetta per la prima volta al patto di stabilità interno. Un attacco diretto alle esperienze come quella del Comune di Napoli, per fermarla in quel caso, e per evitare il suo proliferare sul territorio nazionale.
Così come continua a non essere rispettato l’esito del secondo referendum che prevede la fine dei profitti sull’acqua (attraverso l’eliminazione della remunerazione del capitale investito), ora il Governo vuole mettere la parola fine alla possibilità di una gestione direttamente pubblica e partecipata dalle comunità locali del servizio idrico integrato, proseguendo con la sua consegna alle società per azioni.   continua

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