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Risposta a “La Voce di Romagna”

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Risposta a “La Voce di Romagna”

Oggi il quotidiano “La Voce di Romagna” ha scritto un articolo in replica al nostro post di due giorni fa relativo alla loro rubrica “Terrazza con vista” accusandoci (in particolare accusando la sottoscritta che aveva scritto quel post) di avere paura della bellezza. L’autore dell’articolo mette direttamente a confronto me e Rita Boattini, in arte Jessica, che fa la spogliarellista. Commenta che abbiamo due modi diversi di vedere la vita e di essere donna: “la Lombardi vuole coprire il corpo femminile” scrive, “la Boattini no”. E, ovviamente, campeggia nella pagina una foto “vista tette” della signora Boattini.

Vorrei chiarire che né io né le altre ragazze che scrivono su questo blog ce l’abbiamo con la bellezza femminile, né con le spogliarelliste, le cubiste, le letterine, le paperine, le veline e tutte le altre donne che amano lavorare esibendo il loro corpo. Le donne sono libere di fare quello che vogliono col proprio corpo, compresa Jessica e tutte le altre! Si scoprano pure, se vogliono, la cosa ci lascia indifferenti. E, d’altra parte, l’idea delle femministe brutte e invidiose della bellezza altrui è uno stereotipo ridicolo.

Noi invece contestiamo queste cose:

1)   L’uso spropositato del corpo della donna rappresentato come oggetto sessuale ovunque e continuamente, in pubblicità, in televisione e sui giornali.

2)   Il linguaggio machista e volgare con cui ci si riferisce spesso ai corpo delle donne (vedi la rubrica “Terrazza con vista” e vedi le altre pubblicità da noi criticate)

3)   La mancanza di modelli alternativi: nei media le donne, anche se hanno superato gli “anta”, devono sempre apparire giovani, sexy e formose, al costo di essere completamente rifatte, e devono sempre occupare ruoli da velina o da vamp

4)   La manipolazione che le donne stesse fanno del proprio corpo pur di avvicinarsi a quell’unico modello di riferimento che viene loro mostrato dai media.  Siamo sicuri che, senza il lavaggio del cervello dei punti 1 e 3, loro vorrebbero rifarsi, gonfiarsi, manipolarsi ed esibirsi in questo modo?

5)   La convinzione che avere ed esibire un paio di tettone possa costituire una scorciatoia o un requisito indispensabile per farsi apprezzare, far parlare di sé, fare carriera ed arrivare persino in Parlamento.

“Una donna è libera solo quando può mostrarsi liberamente” dice la Boattini nell’articolo de “La Voce di Romagna”.

Io ritengo che la vera libertà sia quella di essere se stesse, perché una donna è bella sempre e comunque, senza dover rifare niente del suo corpo. Ma, soprattutto, ritengo che la vera libertà ci sia quando si ha la possibilità di scegliere tra vari modelli di riferimento e vari modi di proporsi. Oggi, in Italia, a una donna viene solo chiesto di avere la sesta di reggiseno, le labbra a canotto e di ballare il bunga bunga.

Vogliamo essere ipocriti e chiamarla libertà?



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