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Risposta a Lorella Presotto nel Nome di Cécile Kyenge Kashetu

Creato il 17 maggio 2013 da Webnewsman @lenews1
Risposta a Lorella Presotto nel Nome di Cécile Kyenge Kashetu

Come prima cosa torniamo sulla lettera che Lorella Presotto scrisse alla Signora Kyenge:

http://ilpuntodiprato.bloog.it/lettera-aperta-a-cecile-kyenge-di-lorella-presotto.html

Ora la risposta:

Spettabile Signora Pesotto (Mi creda è solo un eufemismo per come Lei si è presentata).

M’iscrivo nettamente sulla falsa riga della sua sortita per far presente alcune considerazioni di cui lei mi da alibi facili.

Alcuni pensano che Lei non meriti una risposta ma io penso esattamente l’opposto. La rispetto.

Anzitutto, parliamo del razzismo di cui Lei non vuole far menzione (grazie per la r minuscola trattandosi di un concetto così abominevole). I miei viaggi attraverso il pianeta, nei meandri dei razzismi soliti, insoliti e insospettabili mi hanno insegnato a diffidare da chi mette le mani avanti precisando di non essere razzista e di non voler dire nulla che possa offendere una comunità. Quello che i Neri più detestano dei Bianchi è il fatto di considerarli come una massa di esseri globalmente presi che non sono capaci ne di intendere ne di volere, agiti e non agenti e quindi incapaci di decidere da soli come interpretare le dichiarazioni che gli vengono rivolte in quanto entità etnica. I Neri non amano che gli stessi Bianchi che discriminano vogliano salire in cattedra per insegnargli come smistare i cattivi dai buoni. Ci arrivano da soli. Non sono così sprovvisti e quindi se permette, le suggerisco di lasciarci almeno questo privilegio di discernere.  Il razzismo si giudica da chi subisce la discriminazione razziale. A casa Mia (la rassicuro non sono italiano) oltre a “il cane non dice mai di avere la rabbia” si dice anche: “Il ladro che t’informa del suo imminente furto nella tua abitazione non è un ladro e magari è solo il tuo futuro migliore amico che sta annunciando una visita per rompere il ghiaccio”.

Ah, delle tante altre cose che i Neri soprattutto in Italia non amano Le segnalo un’altra. Toglietevi dalla mente questa idea falsa secondo la quale l’alternativa al dispregiativo “negro” è l’espressione “di colore”. Si tratta di un surrogato maldestramente edulcorato. È errato ed è un tentativo detestabile di rendere politicamente corretto un insulto. Non vi fa onore. Un Nero è Nero. Espressioni come “Coloured” et “Hommes de Couleur” hanno avuto successo in America e in Francia ma si è solo trattato di un abuso legalizzato e metabolizzato frettolosamente senza che le vittime ne cogliessero i risvolti negativi forse peggio dell’universalmente sdoganato  ispanico “Negro” di cui si sa bene l’iter socio-linguistico prima snaturato e poi sprezzante.

Che Lei non voglia chiamare un Ministro della Repubblica Italiana con il titolo che gli/le spetta costituzionalmente è uno sfregio ai valori del suo paese e trovo francamente di cattivo gusto che se ne vanti. Ad ogni modo, rimane un problema suo. L’Italia vale molto di più e non sarà Lei a invalidare il lavoro di chi in una posizione di responsabilità nei confronti del paese ha affidato l’incarico a chi sentiva più idonea. Ammetto che Il futuro potrebbe rivelare che si sia trattato di un errore ma per ora non ci siamo ancora e lasciamo operare chi è chiamato a farlo.

Lei dice di non poter “chiamare Ministro chi si dichiara a metà tra il mio paese ed un altro, mentre ha giurato fedeltà alla mia Costituzione…” So che Lei è giurista ed è preparata (almeno spero lo sia). Pertanto tra i tanti modi di decriptare le dichiarazioni della Signora Kyenge le offre uno molto plausibile. Riconoscere di essere il centro di due cose significa sommare più valori e avere equilibrio. La Signora può essere Congolese quando si alza la mattina e italiana la sera prima di andare a letto. Nel Mezzo? Semplice: Durante tutto l’arco della giornata può essere Madre, Sposa, Donna, Medico e soprattutto, sì soprattutto Ministra. Chi glielo vieta? La costituzione non di certo.

Lei chiama in causa il concetto di appartenenza. Non so per Lei da cosa nasca ma senza dilungarmi Le faccio notare che Il senso di appartenenza nazionale o comunitaria è uno dei sentimenti più elastici e meno facili da circoscrivere. Noi in Africa (a causa soprattutto degli Europei) siamo abituati ad avere delle nazionalità ma nel contempo delle identità comunitarie, transazionali. L’Europa si sveglia tardi per notare che questo modo di sentirsi parte di un gruppo che non è né nuovo né rivoluzionario esiste sul suo suolo ed è perfettamente integrato. Dalle differenze si sono fatte scoprire affinità elettive. È l’Europeo stesso che ne è stato alla base a doverlo imparare e integrare a sua volta, finalmente. Il sentimento di appartenenza non si può veramente misurare o quantificare. Alcuni tratti di culture a noi estranee ci appaiono più fascinosi e più condivisibili di certi dettagli culturali del gruppo al quale sappiamo biologicamente di appartenere che tuttavia vorremmo non solo confutare ma dai quali ci vorremo addirittura dissociare. Nessuno ce lo può vietare. È un sentimento. La persona preparata che Lei è se ha dimestichezza con i precetti neo-europei di Nazionalità fluttuanti dovrebbe sapere che l’interpretazione contemporanea delle cittadinanze secondo l’accezione convalidata dalla Comunità Europea parla di origini e di nazionalità. Si può essere ministro dell’Interno in Francia con genitori Spagnoli come si può giocare per la Nazionale tedesca con genitori Turchi, Tunisini, Ghanesi senza sentirsi distaccati dalla sua terra d’origine. Ci si può chiamare Gebre Selassie, essere di origine etiope e giocare per la Nazionale di calcio della Republica Ceca senza grossi scandali in un paese che noi credevamo meno avanzato dell’Italia. Si tratta di giocare per la Nazionale appunto, il biglietto da visita all’estero di una Nazione, non la squadra oratoriana di un paesello di provincia. Del resto le migrazioni sono il modo più antico che l’Uomo ha usato e continua a usare per occupare il pianeta. Le Nazioni moderne l’hanno voluto regolare e quindi finché le regole non sono infrante, non vedo dove si trova lo scandalo. Chi può giudicare un Altoatesino italianissimo di cittadinanza che si sente più vicino al Tirolese Austriaco? È difficile capire la dualità di un’esistenza in bilico di chi ad ogni modo non vorrà mai rinunciare all’inno di Mameli e tanto meno al passaporto Italiano per (ri)congiungersi con la sua stirpe Austriaca di teutonica discendenza in una ipotetica nuova Nazione? È Lei che non capisce e ne prendo atto.

Garibaldi che 152 anni fa gettò le basi dell’Italia nella quale viviamo riunì le popolazioni italiche intorno ad un grande progetto. Durante le manifestazioni per il CL Anniversario della Repubblica, mentre mi aggiravo per le vie di Milano interrogando la gente sul perché c’era cosi poco entusiasmo la risposta cui meno mi aspettavo era la più ricorrente: “Si tratta di un’opera di colonizzazione di cui non tutti hanno un buon ricordo”.   Colonizzazione riuscita forse al termine della quale (si racconta) che a Teano il Maresciallo consegnò l’Italia al Re dicendo “Maestà, vi consegno l’Italia”. In seguito il poeta Massimo D’Azeglio aggiunse: “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani”. L’Italia da allora è una Nazione in costruzione. Noi oggi ne stiamo scrivendo un nuovo capitolo. La storia non ha finito il suo cammino. È un percorso perpetuo. Lo stesso Maresciallo deve la sua fama mondiale alla sua particolarità di essere l’eroe di Due Mondi. Gli contesterebbe la sua fedeltà all’Italia? Toglierebbe dai libri di storia un personaggio che anche a casa mia si studia con rispetto e ammirazione come l’ho fatto da adolescente? Il più grande Generale della Storia Romana era conosciuto come Scipione L’Africano. Sono Uomini con diversi trascorsi geografici o persone dall’identità doppia come la Signora Kyenge. Ecco di che cosa vuole fare astrazione fingendo di non prendersela per il colore della pelle. Come lui la signora nata in Congo sta apportando la sua pietra all’infinita costruzione di una Nazione che è chiamata a cambiare definizione seguendo ciò che la Storia umana suggerirà ad ogni momento significativo. È sempre stato così per tutti.

L’Italia come Nazione è un costruito storico che ha integrato sostanza attingendo da più fonti. Vogliamo parlare del Colombo che con l’approdo in America sancisce l’inizio dell’epoca Moderna per la nostra storiografia? Marco Polo racimolò tutto ciò che di utile trovava in giro per il Mondo per regalare nuovi orizzonti e nuove opportunità all’Italia. Oltre ai beni materiali che portava siamo sicuri che non si fece accompagnare da uomini che poi parteciparono a dare sostanza all’Italia?

Il mio primo impegno antropologico sul campo (ai tempi del mio percorso accademico a metà degli anni novanta) mi mise davanti la gradevole sorpresa della festa di Sant’Antonio Abate che si svolge ogni 17 gennaio a Collelongo (un paese dell’Abbruzzo). È la festa locale nella quale tutti si riconoscono. Tutti nel nome di un santo. St Antonio Abate. Si proprio Lui… Un Egiziano. L’iconografia ideologista manipolata lo raffigura come Bianco e cioè con tratti indoeuropei. Hanno voluto che il suo aspetto fosse conforme a quello della popolazione indigena per puri motivi etnocentrici e dunque eurocentrici. È solo il risultato di un lavoro ideologico che ha “integrato” lo straniero e lo ha fatto corrispondere alle sembianze somatiche della popolazione locale. Sappiamo che potrebbe benissimo essere stato Nero ma darebbe fastidio riconoscerlo. Otello il Moro, soldato più acclamato di un Ministro dei giorni nostri era un Africano al servizio di Venezia. Sempre in Veneto, la schiava Nera Sudanese Bakhita fu dichiarata Libera il 29 Novembre 1889 e entrò nel convento delle Canossiane dove ricevette i sacramenti con i nomi Margherita Giuseppina Fortunata. Quanti di voi incrociano quotidianamente i passi di gente come lei senza porsi minimamente il problema della cittadinanza? Ha Notato che c’è una Madonna Nera in quasi ogni chiesa d’Italia? Perché per scoprire che San Gregorio era Nero bisogna entrare nei musei o aprire libri specializzati? Lei direbbe in Sicilia a chi osanna San Calogero di lasciare l’Italia perché si tratta di un Africano Nero? Lo vede che anche le sue radici cristiane affondano nell’alterità? Non mi dica che ignorava tutto questo. Ora, Sono nomi e personaggi che messi insieme costituiscono un’assoluta minoranza glielo concedo ma chi ha detto che il destino e la voce delle minoranze non debbano mai essere presi in considerazione a livello politico? Hanno o non hanno dato il loro onesto contributo al progresso di questo paese?

In chiaro, l’Italia come tutti i paesi si è formata facendo congiungere diverse comunità in una realtà che stenta ancora oggi ad essere omogenea. Allo stesso modo in cui si può essere e si è Italiani con accento calabrese è logico aspettarsi che se l’integrazione contempla una moltitudine di Africani si arrivi ad avere l’Italiano di origine africana o l’Italiano di espressione africana così come si è Italiani con accenti sardo, lombardo, tirolese, romano etc. Nessun Paese ha l’imbarazzante privilegio di radunare comunità che hanno tutte lo stesso aspetto, gli stessi trascorsi e la stessa storia. Ciò ha impatto sui gruppi come ha impatto sugli individui.

Lei parla di “diritto ancestrale”. I suoi Antenati erano tutti Italiani? Qualcuno di essi sarà esistito prima ancora che Il termine Italia entrasse a far parte di un idioma che è diventato oggi di comune uso. Certo nella Sua Famiglia qualcuno è morto per la Nazione e Lei ne è beneficiaria. Tuttavia altrove qualcuno è morto per colpa e mano di qualcun altro che apparentemente faceva gli interessi di questa Nazione. Il passato coloniale italiano in Africa non è particolarmente splendente e nemmeno si può dare agli Italiani le colpe che sono della colonizzazione francese o britannica. Rimane pur sempre vero che l’Italia che silenziosamente intratteneva rapporti economici con i grandi imperi coloniali europei è indirettamente debitrice nei confronti del sud del Mondo.Chi Le ha chiesto di morire per la Kyenge? Anzi, lei la Signora Ministro sta facendo per l’Italia del futuro esattamente quello che fecero i suoi Antenati: mettersi a disposizione del suo paese nella misura del suo lavoro. Piccola postilla: la Signora non sta iniziando oggi. Da oltre un ventennio lavora quotidianamente per fare dell’Italia un posto migliore e aiutare chi chiede i suoi servizi Italiano o non a salvaguardare la propria salute. Io non so cosa ne pensa Lei ma chi aiuta gli Italiani a stare bene ha fatto del bene all’Italia intera. È questa la realtà vincente del nuovo concetto di cittadinanza eloquentemente incarnato dalla Ministra. A parte che mi viene difficile pensare che i Marziani possano fare il ministro su Giove, mi preme comunque ricordarLe che in Italia abbiamo solo e esclusivamente Ministri Italiani e la signora Kyenge è una di questi che Le piaccia o no. Che argomenti ha per convincermi che un giovane Romagnolo di 19 anni è Più “Italiano” (cosa a cui mi hanno abituato da quasi un quarto di secolo in questo paese) della Signora Kyenge? Tutt’al più avrà ereditato la Cittadinanza italiana dai suoi genitori, il che ci sta ma ciò non gli dà alcun diritto di disprezzare e di discriminare chi il paese lo conosce meglio di lui perché ci vive da molto più tempo, lo ha girato e ci lavora. Il nuovo concetto di Cittadinanza dovrebbe anche insegnare che l’italianità è non solo un lascito, impegno ma soprattutto un merito. È frustrante pensare che un ragazzino di 12 anni ti può mancare di rispetto su un treno o un autobus dicendo ad alta voce “Tornatene a casa tua io sono Italiano” parlando di un paese per il quale non ha ancora cominciato a lavora e nel quale ovviamente non paga tasse. Lo dice uno che per oltre un decennio ha avuto come lavoro la diffusione del valore accademico italiano nel Mondo senza pretendere di essere Italiano. Gli scambi internazionali e inter-accademici di un ateneo italiano viaggiavano nel Mondo con la mia firma. Questo è lavorare per il progresso dell’Italia. Però non tema per la Sua identità. Non sono Italiano e non è detto che lo diventi o lo voglia diventare. Semplicemente, quando lei dice: “Non mi riconosco in Lei… Il Diritto ancestrale, che eleva il sangue e con esso, il sangue del sangue, a criterio per l'assegnazione dei diritti di cittadinanza…” Sa di essere ridicola, terribilmente ingenerosa e sa di togliere decoro al prestigio dell’Italia mentre fa eco al ragazzino di prima che manca di rispetto a chi se lo è meritato lavorando in questo paese per questo paese”. Nel mio caso l’ho fatto addirittura presso le istituzioni europee a Bruxelles. 

Mi sembra che siamo tornati nel 1996 quando Denny Mendes vinse Miss Italia... C'è questo concetto sbilenco di "sentirsi rappresentati" che è di una disonestà intellettuale indicibile talmente è vuoto e rende conto dell'incapacità di chi lo impiega a crescere per uscire dal ridicolo... Quanti di voi s’indignano se Miss Sudan è una Svedese biondissima con occhi chiari? Non pensi che sia meglio chi si sforza a guardare lo straniero come un alieno perenne e si meraviglia della sua dialettica con reazione come “Però lo parla bene l’Italiano”, dando a capire che per alcuni (per i più) l’Italiano è destinato ad essere adoperato bene esclusivamente da chi  Italiano è. No, parla bene l’Italiano chi lo ha imparato bene e ha potuto contare su dei buoni insegnati nonché su un contesto di applicabilità stimolante. La cittadinanza e il DNA non hanno mai fatto il parlante.

Mi cascano le braccia quando leggo: “Non me lo hanno ancora spiegato, me lo hanno solo ripetuto e io non ho avuto premura di verificare se questo davvero trovasse una sua qualche fonte nella nostra Carta Costituzionale.”

Da Brava giurista quale io mi ostino a considerare che lei sia, non è andata a consultare la Costituzione del suo Paese per verificare se le sue supposizioni (definiamole così) vi trovano rispondenza? Vanta il suo tributo ai suoi Antenati e si compiace del loro lascito ma Le faccio ancora notare che la Signora Kyenge oggi non sta facendo ne  più ne meno che ciò che tra qualche decennio renderà qualcuno delle nuove generazioni orgoglioso di averla avuta come bisavola. Sant’Agostino diceva che esiste solo il presente... Il passato che Lei decanta è il passato del presente, cosi come il futuro sarà il futuro del presente. Il presente dunque racconta che le identità e il concetto di nazionalità o di confini (virtuali se vogliamo) non sono statici e cioè destinati a permanere sine die cosi come noi li stiamo definendo oggi. Noi siamo tutti testimoni (e per fortuna aggiungo io) che nel presente l’Italia non si ferma a contemplare chi non si sente rappresentata ma va avanti con il lavoro anche tacito di chi tiene attivo e rappresenta il suo potenziale. Il grande merito della Signora Kyenge figlio del suo lavoro (mi permetta di insistere) è noto. Il suo per ora non è pervenuto e la invito a cambiare rotta alla sua nave per lasciare anche Lei qualcosa d’indelebile nella casella riservata alla voce “Cose che ho fatto perché il mio Paese possa essere fiero di me”. Per ora mancano all’appello. No, non Le sto chiedendo di abbandonare i Suoi valori ancestrali. Sarebbe controproducente non mantenere tracce di com’è iniziato tutto. Si tenga i ricordi dei suoi Antenati. Stanno per entrare nell’era delle giustapposizioni, dove sarà naturale menzionare che l’Italia nuova ha diversi progenitori. Non è neppure escluso che ridendo scherzando il prossimo Papa sia Nero. Manterrebbe la sede della Chiesa Cattolica a Città del Vaticano, cioè in Italia, a casa Sua. Ci vuole scommettere?

Più avanti aggiunge: “Non accetto che lei parli a nome mio e dei miei concittadini definendoci ‘meticci’”. Quando ho fatto leggere questo “exploit” intellettuale ai miei colleghi Americani L’hanno accostata senza mezzi termini ai “White Supremacist” che ucciderebbero il Presidente Obama, Condottiero Supremo della Nazione che consideriamo come la più importante al Mondo per il semplice fatto che suo padre è nato e cresciuto in Kenya. Lei mi dirà che gli USA non sono l’Italia ma essendo Una nazione dove l’Europeo e l’Africano incontratisi nel dolore in Africa si sono dati la mano non è nuovo che abbiano stabilito il paradigma della nuova interpretazione di Cittadinanza valida ormai anche in Europa dove speso e volentieri gli USA proprio in prospettiva di crescita vengono eretti a modello.  Lungi da me l’idea di darLe della bigotta e pertanto voglio almeno sperare che il paragone con il Bianco “supremazista” d’America non sia lusinghiero neanche per Lei.  Tra le truppe che liberano l’Europa dall’Orrore nazista sono milioni gli Africani e Afro-Americani che ci hanno lasciato la pelle. Il primo presidente dell’Algeria indipendente partecipò a liberare l’Italia. Non se lo scordi.

Rifiuto di commentare un’intellettuale del suo calibro quando afferma: “non voglio cambiare… Anche perché ignoro che ci siano altri punti di vista, altri modi di sentire la propria italianità diffusa proprio tra chi come me è italiano da generazioni. Mentre sono disposta ad accettare che persone come Borghezio vomitino razzismo da apartheid a mio nome di donna di stirpe di italianissimo sangue.” Nel nostro Mondo, una che sceglie di ignorare e sublima chi odia è colpevole.


Lei è stanca di sentirsi straniera a casa sua. Ah pero! Noi ci stiamo stancando di chi usa i numeri arabi nella sua matematica, ha imparato la medicina moderna dai Persiani, consuma caffè venuto dal Brasile e cacao importato dal Camerun, tollera che maschi della sua stirpe si appartino per i viali d’Italia con Nigeriane e Rumeni, crede in un Cristo Ebreo, guida una macchina tedesca o giapponese, si vanta della democrazia greca di casa sua, va in vacanza alle Maldive ma insiste nel voler considerare il suo vicino di casa sempre e solamente come uno straniero. Se Lei si sente straniera una possibilità c’è sempre: lo diventi! Rinunci al Suo passaporto Italiano. Faccia domanda per emigrare. L’Africa accoglie sempre! Qui L’ultima arrivata nel nuovo Mondo è Lei.

Lei vuole sudare la sua Italianità? Bene al lavoro… Nessuno si sente superiore a parte Lei che discrimina e vuole uguaglianza. Ma come la vive questa sua incongruenza? Sì, la Costituzione Italiana sottolinea il dovere di rispettare i principi fondanti di questo paese. Non permette di sindacare su ciò che ci si sente. Altrimenti il compianto Mike Bongiorno non avrebbe lavorato 50 anni con documenti americani in un paese che era teoricamente solo dei suoi genitori e che lo adorava. Se le è sfuggito questo, si aggiorni!

Lei si sente completamente italiana o si sente Straniera a casa sua? Mi aiuti a capire. Chi la critica nei momenti in cui il suo sentimento di appartenenza scema? Perché la colpa deve essere di noi stranieri?


La Signora Kyenge, Non ha offeso né “la Sua gente” né la carta in cui asserisce di credere. La Sua posizione visionaria trova le proprie fondamenta nella Costituzione ed è in linea con il divenire di questo Paese che è fiero della sua storia ma anche desideroso di prendersi le sue responsabilità per le pagine drammatiche che ha scritto o contribuito a scrivere. Lei, chi legittima le Sue offese? Non mi pare veramente che gli Italiani l’abbiano eletta a riferire nel nome di tutti. Da non Italiano qui lo dico e qui non lo nego. In un paese in trasfigurazione e in questa fase di profondo mutamento serve un adattamento delle leggi ai tempi e al paesaggio umano da cui il paese sarà caratterizzato. La sua multietnicità non è un’opinione. È un fatto. Solo Lei e pochi altri pensate che al Mondo esistano Nazioni monoculturali. Non ce n’è neanche una e non è detto che debba essere così. Pertanto, si dovrà necessariamente una volta perfezionata l’integrazione, andare oltre e riformulare il concetto medesimo di integrazione. È utile adesso e potrebbe non esserlo da cui a breve. No che non è sufficiente risiedere in un paese per averne la cittadinanza e su questo siamo d’accordo. George Clooney può risiedere a Como e conservare la sua cittadinanza americana. Monica Bellucci e Clara Bruni hanno fatto una scelta diversa e una delle due in almeno un’occasione ha detto di vergognarsi di essere Italiana. Personalmente penso che il sentimento di orgoglio nazionale non possa venire meno ma la vergogna affermata di ciò che si è può provenire da come alcune persone infangano la nostra identità.  Invece sono già stato sufficientemente prolisso sopra su ciò di cui si nutre il nuovo concetto di Cittadinanza non sempre da confondere con la Nazionalità. L’impegno è un ingrediente fondamentale come il matrimonio e mi sembra che tutto si possa rimproverare alla Signora Kyenge tranne questi due aspetti. Per i figli che nasceranno e cresceranno nell’unico paese che Probabilmente conosceranno perché sembra così strano che gli si dia la possibilità giunti alla maggiore età di formalizzare con l’ottenimento della cittadinanza la loro appartenenza alla Nazione?

Lei vede l’abbruttimento, lo sfruttamento, le guerre di religione come condizione umana forse immutabile ma io ci leggo un appello al cambiamento e una risposta si è cominciata a dare quando il Presidente del Consiglio Letta dice: “I confini non sono più un limite ma una possibilità…” L’accoglienza regala anche opportunità e arricchimento a chi accoglie. Ha mai notato che gli Italiani anziani che lasciano questo Mondo hanno sempre più esclusivamente gli stranieri come confidenti cui consegnare le proprie memorie? Quei ricordi ancestrali che lei affeziona… Perché gli Italiani non accudiscono i loro anziani fino all’ultimo per riceverne la benedizione? Tutto questo patrimonio prezioso viaggia saltando le generazioni dagli anziani direttamente alle straniere e questo per colpa di chi? È un’imposizione degli stranieri se il lavoro umile che insisto racconta l’Italia profonda viene snobbato dagli Italiani? Si potrebbe pensare che chi sfruttato o non riceve in eredità questo dono prezioso che è l’Italia reale lontana dai rotocalchi dovrà prendere e tornarsene a casa sua? Sì, lo può fare ma ciò facendo, smembrerà l’Italia; porterà via per sempre un pezzo d’Italia sotto gli occhi di chi come Lei spreca più tempo a puntare il dito piuttosto che a rimboccarsi le maniche e curare chi ha costruito questo passe patendo a volte la fame. A casa mia si dice: “Un vecchietto che muore è una biblioteca che si consuma”. Gli stranieri che lei ama come si può amare l’AIDS stanno diventando i depositari dei segreti dell’Italia che invecchia e muore. Se va a Milano 2 i Vianello oggi sono una famiglia di Filippini. Secondo Lei non c’erano Italiani, parenti dei defunti coniugi Vianello a cui passare il testimone? Perché non è avvenuto? È lei che vuole sovvertire la dicotomia Diritto/Obbligo ponendo da una parte i diritti e dall’altra soltanto obblighi tutto su basi somatiche. È già stato provato altrove e in altri tempi lo schema “buoni di qui e cattivi di là”. Nel mezzo che cosa ci è stato? Il caos. Forse lei lo desidera ma l’Italia non ne ha bisogno mi creda.

Potremmo essere (si renda conto) d’accordo sull’integrazione e la tolleranza che sono anche a mio parere dei concetti (non sempre attitudini) abusivamente usati. Ma chi le dà autorità sufficiente per dichiarare senza mezzi termini che un Ministro Italiano non è Ministro? Siamo di fronte ad un’eresia totale e meno male che La libertà d’espressione esiste. Quindi finché non fa altro che parlare in realtà non nuoce. Parli pure dunque. Lei vede un’invasione indiscriminata laddove io noto senza sforzi che la sua iperbole è completamente fuori luogo perché lontana anni luce dalla realtà ed è peccato che sia tutta cosa voluta, perché lei può solo fare apposta a essere così poco chiaroveggente. Si rassegni sono le sue dichiarazioni a gettare ombra sul lavoro della gente onesta di questo paese.

Lei non parla per gli immigrati e ce ne siamo già accorti ma per favore tralasci questa disonestà intellettuale di difendere un punto di vista che è degli italiani soltanto nel suo delirio. La Storia d’Italia è un treno in marcia. Ci saranno delle stazioni e Lei è libera di scendere. Non le consiglio tuttavia di saltare giù da un treno in marcia. Ce lo dicono da bambini. Chi lo fa corre il rischio di schiantarsi e sfracellarsi il viso cadendo per terra finendo o sfigurato, segnato per sempre o addirittura come candidato diretto al trapasso. La Storia di ogni Paese include dei sacrifici ma non è questo il sacrificio che l’Italia Le chiede. Se dopotutto gente come Lei e Borghezio vorrà saltare giù dal treno veloce, sapete già cosa vi aspetta. A Noi non ci resterà che piangere o forse no. Difficile rimpiangere chi ha scelto di abbandonare la nave non crede? Io viaggio molto. Viaggio tantissimo ma non sono abituato a portarmi dietro chi non ha voglia.

La Ministra è una persona normale. Un pioniere che senza aspettare ha iniziato a prendere colpi per tutti. E più sarete numerosi a darle addosso, più ne farete un nuovo mito italiano che rientrerà nella Storia come tale e sarà difficile poterla rimuovere dal suo piedistallo. Lei ha scelto di non viaggiare con l’Italia che si trasforma. Buona permanenza nel passato. Un passato tutto suo.

 

Dal trattano di Maastricht (Fedele al pensiero dei padri dell’Unione Europea) si evince quanto segue: “L'introduzione del concetto di cittadinanza europea mira a rafforzare e a promuovere l'identità europea, coinvolgendo vieppiù i cittadini nel processo di integrazione comunitaria”.

Nel preambolo del trattato CE è inserito un nuovo comma che sancisce l'impegno degli Stati membri nei confronti dell'istruzione dei loro popoli. Gli Stati membri si impegnano ognuno a "promuovere lo sviluppo del massimo livello possibile di conoscenza (...) attraverso un ampio accesso all'istruzione e attraverso l'aggiornamento costante".

Non si può integrare qualcuno soltanto per la sua forza lavoro… Coraggio, ce la faremo!

Mathias Mougoué

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