La situazione mi entusiasma; proseguo l’impegno a Torre Giulia; gli errori degli uomini stanno facendo una terribile cernita, simile al periodo fascista, allora ci salvarono i comunisti veri; per me la lotta continua; la chiave di lettura del mondo è quella marxista, ancor di più moderna; il capitalismo è ormai strafatto, si avvita pazzamente su se stesso, stritola i lavoratori e i giovani, riporta indietro la società nel Medio Evo. Ci salveremo con l’impegno culturale, analisi della società economica, sociale, alto senso del compito, intransigente moralità, orgoglio. Ciao!
INDOVINA L’ INDOVINELLO:
IN CHE ANNO E CHI
HA SCRITTO QUESTA RISPOSTA?
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ALLA FORTUNA
O dea, regina e amica di Anzio,
che sai d’un colpo volgere gli uomini
dal fondo al sommo e nei più tristi
lutti ribalti i più bei trionfi,
a te il colono guarda sollecito,
a te, signora eterna del pelago,
chiunque affronti il mar Carpazio
sopra una nave della Bitinia.
I fieri Daci, gli Sciti nomadi,
paesi e genti del forte Lazio,
madri di barbari monarchi
e porporati tiranni temono
che tu, col piede, altera, non stritoli
l’alta colonna, che a frotte il popolo
all’armi, all’armi, gli esitanti
chiami ed abbatta così l’impero.
Te serve il Fato, sempre, inflessibile,
che porta chiodi travàli e cunei
nella sua bronzea mano, insieme
a piombo fuso e al duro arpione.
Te la Speranza onora e la candida
Lealtà, ben rara, che non sgattaiola
se tu, listata a lutto, ostile,
lasci le case dei potenti;
a lei l’infido volgo e le perfida
puttana volgono le spalle, e fuggono
gli amici, sleali, a quel giogo,
quando le botti si sono asciugate.
Proteggi Cesare, che contro gli ultimi
Britanni muove, e il pugno dei giovani
freschi, minaccia alle lontane
terre d’oriente ed al rosso mare.
Ahimé, ahimé, che infamia ci recano
le turpi piaghe dei nostri crimini!
Che mai fuggimmo, noi, crudele,
stirpe, o rispettammo, empi?
Da cosa, pii, si astennero i giovani?
Da quali altari? Orsù, ritemprala
la spada tua su nuova incudine
per i Massàgeti e gli Arabi, o dea.
-ORAZIO-