La chiave di questo paradiso culinario lo custodiscono loro, le donne che si prendono cura delle anime degli avventori di questo ristorante. Preparate, sempre sorridenti, una cucina fatta di persone allegre, li vorremmo tutti così i ristoranti. Non c'e' niente da dire, le donne hanno una marcia in più. Non me ne voglia il proprietario (peraltro simpatico e disponibile), ma la carta vincente sono loro! Eravamo reduci da una due giorni culinaria in cui eravamo stati sconfitti su tutti i fronti: pur essendo stati consigliati, pur avendo fatto le pulci a un noto sito mondiale di recensioni, eravamo scesi nell'inferno culinario, dove dei diavoli travestiti da chef maltrattavano e facevano soffrire materie prime anche di una certa qualità. Avevamo bisogno di una rivincita. Avevamo bisogno di espiare le nostre pene e gustare un pranzo celestiale. Sarà stato il caso, la statistica, il fato o il nostro istinto, ma un'entità superiore (un Dio della gastronomia) ha voluto premiarci, facendoci capitare in una giornata di pioggia incessante davanti a questo locale. E l'ultima prova di fede è stata aspettare circa quaranta minuti perché (giustamente) pieno e noi senza prenotazione. Non abbiamo battuto ciglio e stoici abbiamo atteso sotto un ombrellone "estivo" e circa dieci gradi centigradi che ci facevano battere i denti causa il nostro abbigliamento più che primaverile. E mai come in questo caso la pazienza ha pagato. Entrati con facce tristi e con il capo chinato, siamo usciti rinati, come se avessimo vissuto un'esperienza mistico culinaria. La fortuna aiuta gli audaci (e soprattutto chi non si arrende). Pici, pici, fortissimamente pici! E poi giù di cinghiale e cinta senese. Concludendo con una vera mousse di ricotta con fragole. Al solo pensiero mi ritorna la fame. Ma andiamo un attimo con ordine, anzi con l'ordinazione: due pici con carciofi e pancetta, uno all'agliata (o aglione) e una pappardella al cinghiale. Tutto magistralmente preparato. Nonostante i pici all'aglione siano un piatto molto forte, il sugo al pomodoro era veramente discreto (e ben digerito nelle ore successive), quelli con carciofi e pancetta ben equilibrati e la pappardella (con pasta all'uovo rugosa come piace a noi) era legata, al dente e saporita. Ma credo che il miracolo maggiore lo abbiano fatto sui secondi: tre tagliate di cinta senese con riduzione di balsamico che letteralmente si scioglievano in bocca e un cinghiale alla maremmana in umido (con olive e pomodoro) raramente mangiati nella mia modesta vita gastronomica. Carne magistralmente cotta, per niente stopposa, saporita e perfettamente a suo agio con il sugo (ben ristretto!) di pomodoro. Estasi culinaria, senza esagerare. Per concludere, una delicatissima mousse di ricotta locale (montata a dovere con zucchero a velo) e fragole, talmente morbida da sembrare uno yogurt più compatto. Caffè e ammazza caffè. Brave, brave, brave (mi perdonerà il proprietario, ma quelle donne sono una potenza, ad avercele nei ristoranti!).
Dimenticavo, conto molto onesto per la qualità del cibo: cento euro in quattro persone e ci sta tutto!
Il viaggiatore
La chiave del Paradiso
Via Vignoli, 209 - Tel 0564 614141
Pitigliano (Gr)