Parigi
Il Corriere della Sera ha pubblicato una lista di ristoranti, definendoli “I quindici migliori ristoranti di Parigi”. Abbiamo provato a capire il criterio e la ratio della scelta e possiamo affermare che ci sembra una lista buttata lì, per moda, senza capirne molto.
Andiamo con ordine. Parigi è una città che offre tutte le tipologie di cucine del mondo. Il livello medio dei locali per andare a pranzo e a cena, seduti e serviti a un buon livello, è soddisfacente e i posti sono numerosi e ci sembra impossibile e inutile stilare ipotetiche classifiche.
La cucina francese è molto varia, molto regionale, un po’ come quella italiana. E’ una cucina che ama i sapori ben marcati, usa tante salse e salsine, fonde il formaggio, ama il pesce crudo e la verdura aromatizzata. Una cucina difficile da classificare. Per quanto riguarda i locali, bisogna distinguere da quelli storici, eleganti, di grandi pretese, ma spesso stanchi, non sempre all’altezza della loro fama e quelli sorti negli ultimi anni, pieni di suggestioni.
I risultati migliori si hanno frequentando locali medi, a prezzi non eccessivi, dove al posto dello charme di facciata, c’è tanta sostanza e spesso voglia di sperimentare. La lista del Corriere abbaglia per lo charme, per il lusso spesso fine a se stesso, per la voglia di far trovare al cliente tanta facciata esterna.
Parigi e la sua cucina vanno scoperte nei locali che, nonostante un servizio, a volte anche un po’ spartano, mettono in tavola cibi classici e moderni, più leggeri della tradizione, accompagnati da vini cercati, studiati, senza troppi fronzoli. La lista del Corriere è prosopopea della cucina. La Parigi a tavola è un’altra cosa, basta andare così tanto per dire: a Le Petit Casimir, La Tourelle, La Petite Rose des Sables, Caius, L’ecailler du Bistro, per godere di piatti veri, sazianti e gustosi, senza farsi fottere il portafogli.
Mauro Pecchenino