Il New York Times riporta la notizia del successo di un test, della durata di due anni, condotto da 25 quotidiani statunitensi, riuniti nel Newspaper National Network, in collaborazione con alcune delle principali aziende dei FMCG quali PepsiCo, Procter & Gamble e Campbell Soup.
Secondo quanto riportato, le 8 aziende coinvolte nel test avrebbero ottenuto incrementi nelle vendite compresi tra il 7 ed il 25%.
Visto il successo il gruppo di quotidiani è pronto a lanciare sul mercato pubblicitario un’offerta a “risultato garantito”.
A fronte di un investimento minimo di 300mila dollari viene assicurato un incremento del 10% delle vendite del prodotto/marchio coinvolto nella campagna pubblicitaria. In caso contrario l’ultimo flight di comunicazione viene omaggiato.
Sono forme di promozione nella vendita di spazi pubblicitari che in Italia esistono da tempo sotto forma di contratti “a rischio” che, per quanto sperimentato da me personalmente con uno dei principali editori tempo fa, legano la pressione pubblicitaria ed una parte del compenso ai media al successo di vendite di un prodotto.
Se da un lato consentono di attrarre investimenti dall’altro sviliscono il ruolo della comunicazione, che non è solamente riconducibile ad obiettivi direttamente di vendita, e dei mezzi coinvolti affollandoli ulteriormente ed investendoli ancor più del ruolo di bazar dell’inserzionista.
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