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Il vento smembra le nuvole fino a farne tanti piccoli ciuffi bianchi e confusi. Una tempesta di neve come non ce ne sono mai state, come non se ne sono mai viste. I denti battono che così forte non li ha mai sentiti nessuno. E questa tempesta non chiede ragione, non lascia respiro; mentre le nuvole cadono un pezzo alla volta. Una volta, questo cielo era azzurro e chiaro, come tutti quei cieli in cui il sole fa luce sulle ombre più scure. Qualche volta il vento sfiorava le nuvole che erano petali di ciliegi in fiore. Quelle volte il cielo danzava. Questa volta, no. I fiocchi di nuvole battono contro i rami arresi, le porte chiuse, i pavimenti ghiacciati. E si fermano, svaniscono. I rami si fanno polvere bianca e sottile, le porte scompaiono e i pavimenti si sciolgono. Non c’è più niente, solo una distesa di bianco e un flebile graffio di luce. Solo una piccola e silenziosa crepa dorata, così piccola che nessuno lo direbbe mai che è lì proprio per scuotere tutto. Nessuno direbbe niente, in tutto questo bianco che sta per svegliarsi.