Magazine Europa
“Buongiorno signora, prego si accomodi”
“Buongiorno…”
“E’ la prima volta che viene in questo ambulatorio?”
“Sì, è per il mio mal di testa…”
“Come si chiama?”
“Lulja Bapi”
“Direi che non è italiana… da dove viene?”
Rapida ma percepibile titubazione: “Dall’Albania…”
“Ah sì? E da quale città?”
Alchè la signora, e con lei dal figlio che l’ha accompagnata per aiutarla con la traduzione, mi guarda con dubbioso stupore, e allora mi sento in dovere di aggiungere: “Sa, ci sono stato in vacanza quest’estate, in Albania…”
E da lì, tutto cambia. Sorrisone in faccia al figlio, occhi lucidi della donna. “Davvero?!? E dove è stato?”
Breve conversazione sull’itinerario del mio viaggio, io nomino le città che ricordo, qualche posto che ho visto, mentre loro esprimono la loro gioia e l’orgoglio per la mia scelta della destinazione (tutte manifestazioni a cui mi ero abituato nei giorni balcanici dello scorso agosto, ma che una volta tornato in patria son tornate ad essere cose eccezionali), poi riprendo l’intervista.
“Dunque, diceva: appetito regolare, alvo e diuresi nella norma, 1 caffè al giorno… e alcool ne beve?”
“Mah, non tanto, solo una volta ogni tanto un po’ di…”
“…Rakia!” concludo io, ricordando il terribile liquore albanese con cui eravamo soliti concludere ogni pasto, gareggiando a chi riusciva a finire il bicchiere senza rigettare l’anima.
“Sì!”, mi sorride la signora. Ormai è chiaro che sono il loro medico preferito di ogni tempo e luogo.
Continuo la visita, intervista e esame obiettivo, diagnosi e terapia. Concludiamo, tutto secondo il solito schema, ma questa volta c’è un filo di calore e gratitudine più del solito.
Io l’ho sempre detto, che viaggiare fa bene.
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