Pur apprezzando gli sforzi del Governo italiano per fare entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2013 le norme contenute nel decreto di recepimento della direttiva 2011/07/UE sui ritardati pagamenti, l’UE chiede di modificare il d.lgs. 192/2012, per consentirne l’applicazione anche ai lavori pubblici. A scriverlo è il vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani, in una lettera indirizzata al Ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera.
A seguito della pubblicazione in G.U., il Governo ha trasmesso il provvedimento alla Commissione europea al fine di avviare la procedura di verifica del corretto recepimento della direttiva. La risposta di Tajani, che porta la data dell’11 dicembre scorso, mostra apprezzamento per l’azione di Governo, che ha anticipato di due mesi e mezzo il termine del recepimento della direttiva sui ritardati pagamenti (il 1° gennaio 2013, anziché il 16 marzo 2013), ma punta il dito su “alcune disposizioni che”, secondo la Commissione, “non sono state trasposte correttamente nel d.lgs. 192 del 9 novembre 2012″.
“Il legislatore europeo”, scrive Tajani, “ha aggiunto al preambolo della direttiva 2011/07/UE un considerando che stabilisce che la nozione di fornitura di merci e di prestazione di servizi dietro corrispettivo include la progettazione e l’esecuzione di opere e edifici pubblici, nonché i lavori di ingegneria civile“.
“L’esclusione del settore edile dal campo di applicazione della nuova direttiva”, continua il vice presidente della Commissione, “rappresenta una lacuna nel recepimento della direttiva contro i ritardati pagamenti”.
Ma l’UE evidenzia altre mancanze nella trasposizione nel d.lgs. 192/2012 sui ritardati pagamenti della direttiva 2011/07/UE.
In primo luogo l’UE precisa che la deroga all’obbligo della P.A. di pagare entro 30 giorni, che consente di pagare fino ad un massimo di 60 giorni, riguarda solo i casi espressamente previsti dalla direttiva.
Inoltre l’Europa chiede misure in grado di rafforzare la trasparenza, con riferimento alla pubblicazione dei diritti ed obblighi derivanti dall’applicazione del tasso di interesse legale.
E ancora, Tajani chiede che il decreto di recepimento possa essere modificato per prevedere anche il diritto di azione in giudizio contro le prassi gravemente inique da parte delle organizzazioni riconosciute per la rappresentanza delle imprese e una procedura accelerata per l’ottenimento di un titolo esecutivo per i crediti non contestati.