Qualche giorno fa è morto Dennis Ritchie, uno degli ideatori di Unix e del linguaggio C. Ovviamente è un personaggio sconosciuto al grande pubblico, ma il suo contributo allo sviluppo dell’informatica è stato fondamentale.
Vista la quasi concomitanza con la morte di Steve Jobs, viene naturale fare dei paragoni tra il clamore suscitato dai media per la perdita del fondatore di Apple ed il silenzio per la scomparsa di Ritchie.
A parte l’informazione di settore, infatti, la notizia non ha raggiunto il grande pubblico. Il che non mi sorprende più di tanto, come invece è capitato a qualcuno. Non possiamo pretendere che tutti conoscano gli esperti di tutti i settori. Non mi aspetto che se muore un grande matematico o un grande biologo si faccia il clamore che è stato fatto per Jobs.
La celebrazione di Jobs era in qualche modo dovuta perchè era un personaggio pubblico, un personaggio che ormai buona parte del grande pubblico conosceva.
D’altronde è sempre stato così: il lavoro silenzioso, dietro le quinte, quello che non fa rumore, ma che è fondamentale, nessuno lo vede. Si ricorda il faraone e non gli schiavi che costruirono le piramidi. Non si ricorda nemmeno chi ha avuto per primo l’idea di progettare una piramide.
Tutto ciò è naturale. Gloria quindi a Jobs.
La cosa che mi da fastidio, però, è la cattiva informazione, il far passare un messaggio che non risponde a verità. Come è avvenuto per Jobs, osannato da tanti come colui che ha rivoluzionato l’informatica. Come ho già avuto modo di dire, Jobs ha avuto delle ottime intuizioni commerciali e questo ha fatto di lui un grande imprenditore.
Ma i veri geni della scienza e della tecnica spesso stanno nell’ombra e solo raramente vengono conosciuti dal grande pubblico. Non dimentichiamoci però di loro. Senza Ritchie probabilmente non ci sarebbe stato nemmeno Jobs.