Ritenùta
Derivato di ritenere, femminile sostantivale di ritenuto.
Sostantivo femminile.
1. Il trattenere, contenere qualcosa (anche figurato).
2. (diritto) Importo dedotto a vario titolo (imposta sul reddito, contributi sociali, rimborsi ecc.) da un pagamento.
Ritenuta diretta: che lo Stato trattiene a titolo d’imposta quando corrisponde un reddito.
Ritenuta alla fonte: prelievo fiscale operato sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti da parte del datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta.
Ritenuta d’acconto: prelievo fiscale operato da chi deve pagare un compenso a qualcuno come acconto dell’imposta che il beneficiario del pagamento dovrà versare sul complesso dei suoi redditi.
3. (marina) Cima che serve a guidare o a trattenere un corpo da caricare o scaricare da una nave; legatura per fissare un corpo a bordo: ritenuta del boma.
Ritenére
Dal latino retinìre, composto di re- ‘re-’ e tenìre ‘tenere, trattenere’.
Verbo transitivo [coniugato come tenére].
1. (raro) Tenere di nuovo.
2. Trattenere, contenere, arrestare, fermare: ritenere le lacrime.
Non potere ritenere cibo: vomitare appena si ingerisce qualcosa.
(figurato, letterario) Frenare, reprimere, controllare: ritenere le ingiurie.
3. (disusato) Conservare, mantenere: ritenere un segreto.
(figurato) Fermare, imprimere nella mente: ritenere a memoria una poesia.
4. Trattenere parte di una cosa o di una somma dovuta a qualcuno: le rate del mutuo saranno ritenute dallo stipendio.
5. (disusato) Detenere, tenere prigioniero.
6. Credere, giudicare, stimare: ritengo che sia onesto.
7. (disusato) Possedere, avere.
8. (disusato) Accettare, accogliere: ritenere costumi, usanze.
9. (disusato) Ospitare, albergare.
Verbo riflessivo.
1. Stimarsi, considerarsi: si ritiene un grande politico.
2. (letterario) Trattenersi, frenarsi dal fare qualcosa.
Verbo intransitivo pronominale.
(disusato) Fermarsi in un luogo.
(disusato) Trattenersi con qualcuno: usava molto nella casa di messer Lizio e molto con lui si riteneva (Boccaccio).
Una (parola) giapponese a Roma
Tagwid [ta'dZwid]
Voce araba, derivata da jada ‘migliorare’.
Anche tagiuid.
Sostantivo maschile invariabile.
Tecnica di recitazione del Corano.
Persone da persone – 150
È Berilio Luzcech che ci segnala che Domenico Menotti Garibaldi, più conosciuto come Menotti Garibaldi, è il figlio di Giuseppe Garibaldi. Si chiamava ufficialmente Domenico, ma il padre gli aveva imposto il soprannome in onore del patriota Ciro Menotti.
Tommaso Feleri! Chi era costui?
Quinto indizio
A proposito, l’autore, pur non essendo morto a ottant’anni ma molto prima, non è che abbia avuto una vita molto più tranquilla del personaggio del suo romanzo. La sua morte, in particolare, ancora adesso è del tutto chiara.