Magazine Arte
Il nuovo romanzo spagnolo in stile Montalbano-Camilleri. Petra Delicado, investigatrice della Policia Nacional, si trova alle prese con il suo primo caso:un violentatore seriale di ragazze, impotente, con una madre arpia ed una fidanzata succube; imprime sul polso delle vittime un fiore come firma del suo turbamento. Qui conosceremo la coppia di ispettori Delicado-Garzon, donna femminista lei, vittima della burocrazia poliziesca, terribile e provocatrice con il suo collega; pacioso e bonaccione lui, alla Maigret, se vogliamo azzardare una sorta di paragone. Il rito di morte investe le ragazzine fragili, di ceto medio-basso, di buona famiglia. Alcune volte si preferisce chiudere gli occhi davanti ad uno stupro, e passare oltre, chiudere la saracinesca della mente e dimenticare, ma l'ispettrice Petra non lo permette. Un libro d'esordio, promettente per lo stile, la classe innata dell'autrice, che si è cimentata anche con altre opere, e ha dato vita ad un personaggio ambivalente, schietta e prolissa, dolce ma non troppo, sistematica ed austera. Un thriller pacato dai toni sfumati senza violenza.
Il problema dello stupro a scapito delle adolescenti è sempre più persistente: <<come reagiscono le ragazze?>> Non voglio denunciare il loro stupratore, ma dimenticare al più presto l'accaduto, supportati dal sostegno dei genitori, inidonei ad una competenza non loro, che spetterebbe agli psicologi. In questo romanzo vengono alla luce due punti di vista, anche quello dello stupratore seriale, vittima anch'egli di una madre oppressiva, autoritaria, altamente castrante. La sua psiche, reagisce agli stimoli in maniera differente, essendo soprattutto un soggetto fragile ed instabile. "Riti di Morte" fa riflettere su molte questioni attuali, dietro un thriller c'è la remota possibilità di confessione dell'io.
a cura di Lucia Scarfò