Ritmi

Abitualmente, lavoro parecchio.
Ma lo faccio da una vita, e ci sono abituata.
Però lavoro con orari e ritmi tutti particolari.
Così capita che mi faccio l’ennesima trasferta di due giorni in settimana, ovvero quando tutti lavorano, così suddivisa: metà tempo passato in riunione, l’altra metà trascorsa rincorrendo l’arte e la bellezza (e pure la buona musica, quando c’è la fortuna di trovarla) in una città sconosciuta.

Se poi mi ritrovo la domenica pomeriggio – oggi, ora – a lavorare per recuperare il tempo investito in piacere… beh, francamente, non m’importa.

Anche perché di suonare non se ne parla: ho quattro splendide vesciche alle dita (old story), due delle quali sul polpastrello di ciascun indice. Il posto più infame per un suonatore di strumento a corda.