Magazine Ecologia e Ambiente
Ritorna il rischio della "Discarica di rifiuti pericolosi più grande d'Europa"
Creato il 25 gennaio 2011 da Giuseppe Melillo @giuseppemelilloDopo questa premessa posto qui un articolo che circola in rete sulla discarica di rifiuti pericolosi più grande d'Europa che sarà dislocata, con il benestare di molti, senza distinzione di razza, sesso, fede ecc.,nel comune di Ferrandina.
In arrivo la discarica di rifiuti pericolosi più grande d'Europa
A volte ritornano. Non se ne parlava più da mesi. Sembrava un pericolo scongiurato. E, invece, nel totale silenzio delle istituzioni locali, la discarica di rifiuti pericolosi proposta da Basento Ambiente, con decreto del 22 aprile 2010, ha ottenuto giudizio favorevole di compatibilità ambientale dal ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il ministero per i Beni e le attività culturali. Dove? Ovviamente in località Venita, l’“eldorado” del business dello smaltimento dei rifiuti. A darne notizia sono l’associazione Ambiente e Legalità la Ola (Organizzazione lucanaambientalista) che meno di una settimana fa, aveva documentato con un video tutte le tappe del “tour della monnezza”da Casaleni a Venita: cinque discariche in appena venti chilometri immersi nei calanchi e costellati di vegetazione selvatica e profumate ginestre.
LE DIMENSIONI - Ma torniamo al progetto di Basento Ambiente. La discarica di rifiuti pericolosi (ex 2C) coprirà una superficieiniziale di 47.000 mq con un volume utile di 316.740 metri cubi, frazionati in 40.000 metri cubi, all'anno per otto anni.
COSA SMALTIRA ' - Il mega impianto potrà accogliere tutti i tipi di rifiuti pericolosi. Ad esempio potranno essere smaltiti: rifiuti della raffinazione del petrolio e della purificazione del gas naturale; rifiuti da processi chimici organici ed inorganici; rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici, smalti); rifiuti prodotti da processi termici; rifiuti prodotti dal trattamento chimico e dal rivestimento di metalli ed altri materiali; rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico di metalli e plastica; olii esauriti e residui di combustibili liquidi; solventi organici, refrigeranti e propellenti di scarto; rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca collegate; rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acquere flue fuori sito, ecc. ecc.. E non basta. «Addirittura, oltre a tutti i tipi di rifiuti specificamente indicati nell'elenco dei rifiuti che potranno essere raccolti nella discarica in oggetto - segnalano Ola Ambiente Legalità - il decreto prevede che possano essere smaltiti anche “rifiuti non specificati altrimenti nell'elenco”, il che vuol dire, che praticamente, vi potrà essere smaltito assolutamente di tutto. Il decreto del ministero, stabilisce infine che dovrà essere la Regione Basilicata a valutare la coerenza dell'impianto con le reali necessità regionali in materia di rifiuti».
LA SOCIETA' - “Basento Ambiente” appartiene al Gruppo Iula, il quale detiene il 20% della proprietà della Società Iea (compartecipata dalla multinazionale Veolia) che ha da poco ottenuto il via libera per la costruzione di una centrale a biomasse («un inceneritore mascherato», continuano a sostenere le associazioni ambientaliste) proprio a fianco della discarica di rifiuti pericolosi appena approvata dal ministero. E' bene ricordare anche che la Veolia è comproprietaria, assieme a società del Gruppo Somma, della Tecnoparco di Pisticci, che provvede anche al trattamento di rifiuti.
L'ITER - Della mega discarica si comincia a parlare nell’estate 2005. A far apprendere dell'esistenza del progetto e delle sue caratteristiche l’avviso pubblico apparso, come previsto per legge, su un quotidiano locale in fase di avvio dell'iter di ottenimento della Valutazione di impatto ambientale, presentata direttamenteal Ministero dell'Ambiente. A fermare la discarica non riusciranno neanche le oltre mille firme raccolte dal comitato cittadino, sorto inmaniera spontanea per dire no al cimitero di rifiuti pericolosi tra i calanchi di Venita. Il 17 marzo 2008 la Commissione di verifica dell'impatto ambientale Via e Vas del ministero dell'Ambiente, esprime parere favorevole al progetto della megadiscarica di rifiuti pericolosi presentato dalla“Basento Ambiente”, dando atto, fra l'altro, che il Comune di Ferrandina, con una nota trasmessa a termine scaduto per l'invio di osservazioni, aveva espresso la propria contrarietà alla realizzazione della discarica pur senza tuttavia supportare tale parere contrario con documentazione o notazioni tecniche di carattere ambientale. Da allora, dal marzo del 2008, esclusivamente l'associazione“Ambiente e Legalità”di Ferrandina, con l'adesione della Ola, ha lottato strenuamente per evitare un annunciato disastro ambientale. Infatti, ha più volte stimolato la popolazione ed i politici locali ad approfondire il problema ed a fare fronte comune.
LA DIFFIDA - A tutela del territorio e della salute pubblica sempre Ambiente e legalità ha inviato a tutti i soggetti interessati un atto di diffida ed è giunta persino a presentare una denuncia, presso la Procura della Repubblica di Roma (dottoressa Cocomello). Denuncia ,fa osservare l'associazione, «che allo stato è stranamente ancora iscritta contro ignoti, e per il solo reato d'abuso d'ufficio, nonostante sia stato denunciato anche il reato di falso». A seguito dell'azione insistente dell'associazione “Ambiente e Legalità”, la Commissione Via e Vas del ministero dell'Ambiente si è vista costretta - quasi a voler “rinforzare” il proprio, primo parere, emesso un anno prima- ad emettere un ulteriore parere, il n. 254 del 27-03-2009, su cui si è basato il Ministero per la pronuncia del decreto del 22 aprile scorso, consultabile sul sito del Ministero-VIA-decreti.
LA BATTAGLIA CONTINUA - Se non fosse stato per la calda e sentita partecipazione della popolazione di Ferrandina, che numerosa ha partecipato alla sottoscrizione contro la discarica di rifiuti pericolosi più grande d'Europa, certamente oggi anche l'ultimo, ed unico, baluardo contro l'aggressione del territorio di Ferrandina, e cioè l'associazione “Ambiente e Legalità”, si sarebbe arreso di fronte alle tante difficoltà frapposte a livello locale e nazionale. «Certo è - fa sapere l'associazione- che questa battaglia, intrapresa in difesa dell'ambiente e della legalità, non può e non deve scemare di fronte ad una decisione del Ministero dell'Ambiente, che si ritiene tecnicamente e giuridicamente non corretta. Per queste ragioni, l'associazione Ambiente e Legalità e la Ola, promuoveranno iniziative volte alla raccolta di firme e di fondi, per fronteggiare, nei modi consentiti dalla democrazia e dallo Stato di diritto, questa che si ritiene essere la peggiore sciagura che il territorio dei Comuni di Ferrandina, Pisticci, Pomarico e Craco, e la salute di queste popolazioni, abbia mai dovuto affrontare negli ultimi secoli».
Margherita Agata
Il Quotidiano della Basilicata
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