Si prospetta un “autunno caldo” per gli insegnanti precari calabresi, e in particolare reggini. Le temperature salgono, e non solo per l’ultimo colpo di coda di un’estate morente, bensì per la tensione che attanaglia il Paese, e che nessuno sembra voglia riconoscere.
Appuntamenti fissi di protesta, dunque, per il Comitato precari Reggio Calabria, sostenuto attualmente dall’Unione Sindacale di Base (Usb/Rdb), che intendono sensibilizzare quante più scuole possibili sul territorio della provincia di Reggio. Sabato 18 settembre un altro blocco li ha visti impegnati presso la scuola Liceo Scientifico “Alessandro Volta”, insieme all’Unione degli Studenti e al Collettivo UniRc. Un sit – in dal tema “Gioventù bruciata”, per mettere al corrente i giovanissimi e le famiglie sulla politica dei tagli perpetrata dall’efferato connubio Tremonti – Gelmini. Un’azione, secondo i precari reggini, per far si che la protesta non rappresenti solo una rivendicazione del posto di lavoro, ma un’occasione di condivisione per mettere al centro i problemi della scuola e della società intera, compresi il diritto allo studio e al lavoro.
Nei giorni scorsi, l’incontro con i vertici regionali si è rivelato deludente; lo stesso esecutivo Usb si è ritenuto insoddisfatto rispetto alle richieste degli insegnanti. Il governatore Scopelliti sembra essere dalla parte dei calabresi, ma politicamente ha le mani legate. Pertanto il suo impegno si concentrerà su due aspetti: aprire una discussione col Ministro Gelmini per arginare i tagli al Sud e organizzare dei tavoli tecnici periodici. Il primo si è svolto il 15 settembre a Catanzaro con l’assessore alla cultura Mario Caligiuri, durante il quale i precari calabresi hanno ribadito l’urgenza delle loro richieste.
Tuttavia la Regione si è dichiarata «non favorevole ad una politica di “assistenzialismo”, bensì di sviluppo della Calabria». Ci chiediamo come ciò sia possibile, quando il primo atto della fazione politica alla quale lo stesso Scopelliti si è dichiarato “fedele nei secoli”, distrugge il capitale umano calabrese, mietendo vittime proprio fra i giovani cervelli calabresi costretti ad una scuola di serie B, privata delle risorse, degli spazi e degli strumenti.
E’ evidente che l’obiettivo è “giocare col futuro delle persone”, farli diventare soggetti facilmente manovrabili perché ignoranti, avviare un processo di privatizzazione della scuola e creare una classe dirigente di soli ricchi, che comanderà la società dall’alto privandola anche dei diritti essenziali. Non investire in formazione, cultura e ricerca, significa fare arretrare il Paese e lasciarlo fermo al palo rispetto alla corsa degli altri Paesi europei. E in questo delicato e critico momento storico, l’Italia, il Bel Paese, appare una nazione stanca, senza segnali di speranza mentre tutti i settori sembrano aver fatto un passo indietro di almeno cent’anni. Di questo dobbiamo ringraziare il governo Berlusconi, una “legislatura di inciuci e di escort”.Per il Comitato precari Reggio Calabria la lotta continua ad oltranza; la prossima manifestazione è prevista per venerdì 24 settembre di fronte all’Istituto Tecnico Commerciale “Raffaele Piria” di Reggio Calabria. Ci auguriamo che all’evento del 25 settembre, molti giovani studenti si alleino con i giovani insegnanti dimostrando così di non essere “cervelli vuoti”.
Al resto della classe docente, quella di ruolo, chiediamo di non farsi soggiogare dall’indifferenza già ampiamente dimostrata. Con questo andamento delle cose, nemmeno loro possono dirsi al sicuro. Mentre alle altre sigle sindacali Cgil & Co., suggeriamo di abbandonare le diatribe e le discussioni politiche, e di scendere in piazza facendo fronte comune a favore dei lavoratori dipendenti.