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ritorno a Dixieland...

Creato il 13 febbraio 2014 da Omar
ritorno a Dixieland...Nel giugno del 1964 tre giovani attivisti per i diritti civili (due ebrei e un afroamericano), scompaiono misteriosamente in quel di Jessup, Mississippi. L'FBI invia due suoi uomini sul posto, Anderson e Ward, per fare chiarezza sull'episodio. I due agenti sono agli antipodi in tutto, per formazione, età, provenienza. Troveranno - come era facile supporre - un ambiente profondamente ostile, incapace di superare le differenze e intenzionato a difendere il (dis)valore della segregazione razziale. Per fronteggiare l'indagine Ward (Willem Dafoe) mobilita l'esercito, mentre Anderson (un sempre memorabile Gene Hackman) conduce una più efficace inchiesta parallela parlando alla gente, mungendo segreti da una donna e dai testimoni più reticenti. Alla fine saranno i suoi metodi poco ortodossi a far riaffiorare la verità. Basato su una storia vera e terribile - che troverà un reale colpevole solo dopo 41 anni, nel 2005, nella persona di un ex dirigente del KKK - Mississippi Burning, le radici dell'odio è un famosissimo film del 1988 di Alan Parker che dopo Angel Heart ritorna nel profondo sud degli Stati Uniti per rievocare, stavolta, una storia che paritorno a Dixieland...rla di apartheid. L'ambiente in cui i delitti sono perpetrati, il fanatismo dei membri del Ku Klux Klan, l'omertà dei bianchi ed il rassegnato terrore delle vittime sono descritti con grande abilità e sconcertante realismo. Il film, oltre mettere a segno una disamina ponderata sulle radici dell'odio di razza mediante l'accurato disegno dei vari personaggi che animano la vicenda (con dialoghi magari un po' verbosi), riesce soprattutto a far sentire l'insensatezza di tanto odio. La pellicola conquistò la critica e il pubblico ma anche gli strali di Coretta King (vedova del famoso reverendo premio Nobel Martin Luther King), che lo accusò di aver relegato in una posizione marginale i neri per esaltare il protagonismo dei bianchi, rievocando eventi (la lotta antisegregazionista degli anni sessanta) che, invece, videro la mobilitazione organizzata della popolazione di colore per i propri diritti. Comunque la si voglia interpretare, il film è un must del cinema antirazziale.

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