Il verboso teatro della rivoluzione
Drammatico di chiara derivazione teatrale, Ritorno a L’Avana mantiene la capitale cubana troppo sullo sfondo e ripercorre passato e presente in un fluire di parole.
Cinque amici sulla cinquantina si ritrovano su una terrazza che domina L’Avana. L’occasione dell’incontro dopo tanti anni è rappresentato dal ritorno di uno di loro, Armando, dopo quindici anni di esilio.
Avevamo lasciato Laurent Cantet alla sua classe multietnica (La classe) e alla delinquenza femminile di fine anni ‘50 (Foxfire). Ora lo ritroviamo su una terrazza (Ettore Scola style) de L’Avana, intento a raccontare storie di regime e vecchie amicizie. È questo l’incipit di una pellicola verbosa, nella quale la parola è l’assoluta protagonista, e che il titolo italiano ha banalizzato (Retour à Ithaque era decisamente più suggestivo). Tuttavia le parole mantengono troppo sullo sfondo una capitale cubana mutata dalla modernità di un regime comunista meno oppressivo e più libertino (?). Difatti è l’immagine sublimata dalle parole a mancare perché tutto passa attraverso una sceneggiatura ben costruita, ma che a volte non rende perfettamente l’idea di ciò che i cinque protagonisti portano alla luce.
È un viaggio a ritroso quello che effettua Cantet, tra la repressione culturale e la fuga verso lidi più invitanti (la Spagna). Tuttavia la piéce teatrale all’aperto, nella quale le unità di tempo e spazio vengono messe da parte in favore delle interpretazioni attoriali, funziona fino alla fine e rivalse e segreti si sostituiscono a ballate revival e a fiumi di rum.
Di conseguenza Cantet convince e porta sullo schermo cinematografico testimonianze viscerali senza alcun cliché. Però non bisogna pensare a Ritorno a L’Avana come a un film nostalgico, rivolto esclusivamente al passato, tra accuse e recriminazioni, ma a un film che non evita di lanciare accuse, in modo diretto e senza filtro. E il risultato è un bel pezzo di storia cubana, dove i cinque attori (straordinari per la loro presenza scenica) divengono testimoni e portatori sani di una memoria ormai perduta, mentre in lontananza sorge il sole.
Uscita al cinema: 30 ottobre 2014
Voto: ***