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Ritorno a Mbeya (Continuazione...)

Creato il 24 settembre 2015 da Marianna06

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La piscina della casa grande a “The Sun” e la presenza di Zoe e di Kate lungo il bordo sono per Kurt un invito allettante a fermarsi lì prima di pranzo.

Egli, infatti, saluta le due donne e sale in fretta in camera per cambiarsi e poi ridiscendere nuovamente.

Kate all’apparire del commissario svedese s’alza di scatto per lasciare libera l’amica di conversare col suo uomo e si tuffa nell’acqua tiepida senza risparmio di energie. E fa più di una vasca con ampie bracciate in stile libero.

Superfluo dire che osservarla, tonica e vitale, per chiunque sarebbe un vero e proprio godimento.

Zoe nel mentre abbraccia Kurt e i due, che non si preoccupano affatto di mostrarsi intimi, si siedono fianco a fianco con i piedi che lambiscono l’acqua.

Kurt la informa della mattinata inutile a Mbeya, del comportamento omertoso della polizia  e, ancora, del fermo trasformato in prigionia  per il padre di Joseph.

E aggiunge che in serata saluterà il signor Gunder e paleserà a Henning il  desiderio di fare rientro a Dar es Salaam e di lì a Bagamoyo.

Zoe non lo contraddice. Un po’ certo le dispiace interrompere l’intesa con Kate, che aveva appena cominciato a conoscere.

Tuttavia l’importante per lei è poter stare un po’ con Kurt.

Mama Betty, circa un’oretta dopo, chiama a uno a uno tutti gli ospiti, perché si accomodino in sala per il pranzo.

E lo fa mandando le sue figlie ad avvisare gli interessati tanto alla piscina che nelle camere al piano superiore della casa.

Gustav Gunder però, com’era del tutto prevedibile, non è rientrato.

E come sempre un pranzetto coi fiocchi viene consumato in rigoroso silenzio, proprio per poter apprezzare ogni portata.

Silenzio rotto solo che per alcuni intermezzi della discussione un tantino animata, che è sorta tra Kurt e Henning.

Henning vorrebbe ancora trattenersi a Mbeya perché pensa alla stesura del suo romanzo che, stando sul posto, di certo potrebbe arricchire di particolari di prima mano.

Kurt, al contrario, è infastidito dal sentirsi le mani legate dai veti di Gustav Gunder.

Probabilmente sarà il caso di trovare un compromesso.

E’ quello che pensano entrambi i due amici anche se non lo danno affatto a vedere a causa del tono concitato con cui dialogano.

Nel dopo pranzo si fa, com’è consuetudine, rientro per un riposino  nelle proprie camere ma è chiaro che nessuna decisione seria è stata presa in merito a una possibile partenza degli ospiti.

L’unica persona che, con certezza, resterà più a lungo a Mbeya, e anche alla fattoria, è Kate.

Col calare  della sera il padrone di casa, finalmente, fa rientro.

Ospitale come sempre ma parco di parole, comunica che, dopo cena , suonerà per i suoi ospiti e anche in memoria di Dolly.

Gustav è un uomo introverso, che si rifugia nella sua musica forse per lenire certe ferite del suo passato, che a nessuno però è mai stato dato conoscere.

C’è del mistero intorno alla sua persona.

E a Kurt, ottimo osservatore, non sfugge.

E’ come, dopo averlo ascoltato, che l’ennesimo dubbio si fosse insinuato di straforo e stazionasse ben accomodato ormai nella sua mente.

Joseph probabilmente non aveva torto-pensa Kurt tra sé e sé - quando aveva fatto intendere che il padrone   mostrava un certo debole per Dolly.

Debole per altro neanche tanto malcelato. E, forse, persino da lei ricambiato.

La storia  ci poteva stare proprio tutta.

Lui : un uomo colto, raffinato e per giunta ricco.  Di una ricchezza nient’affatto da sottovalutare per quelli che sono i parametri del contesto locale.

Lei: giovanissima e piacente, con ambizioni culturali e una certa passione per la musica, che poteva fare e, di certo, faceva da feeling tra i due.

Nonché desiderosa, come lo sono tutte le adolescenti con la testa  zeppa di sogni, di cambiare, quasi come in un' autentica fiaba, condizione sociale.

Perché non avrebbe potuto pensare, sia pure per un momento, tra le  braccia di lui, di Gustav Gunder, di divenire lei, proprio lei, la giovane Dolly, la figlia di mama Betty, la padrona di “The Sun”?

Ma Gustav era a tavola con tutti gli altri al momento del delitto e poi lo era stato  ugualmente dopo, nella sala della musica, quando s’era udito il grido straziante di mama Betty.

Poteva Gustav Gunder essersi servito di un complice ben pagato ?

E perché  poi avrebbe  dovuto avere interesse a farlo se la ragazza ricambiava le sue attenzioni?

I padroni riescono sempre nei loro intenti.

Sanno bene come tessere la propria ragnatela e avviluppare in essa la vittima più o meno ignara, più o meno consenziente.

Gelosia? Pressioni indebite della giovane perché la relazione uscisse allo scoperto?

Il promesso sposo di Morogoro magari era solo la copertura all’onore del mondo, perché tutto accadesse a “The Sun” senza indiscrezioni e senza che nessuno sapesse.

E i familiari di Dolly  magari sapevano e al tempo stesso fingevano d’ignorare per pura convenienza e calcolo.

Interrogativi su interrogativi, tutti questi, che si accavallano nell’immaginario di Kurt, ne deviano l’attenzione dal presente ma non trovano  risposta.

Si cena alle venti in punto, com’è consuetudine della casa, e le signore, come sempre, sfoggiano le loro "mises" , le più eccentriche possibili , per essere all’altezza del convivio.

Un convivio al termine del quale si ascolterà, come anticipato, della buona musica.

Kate ha scelto un abito turchese lungo di seta grezza. Un tubino che sottolinea la sua figura alta, magra e slanciata.

Nessun gioiello se non un filo di perle coltivate intorno al collo, perché risaltasse l’abbronzatura. 

Zoe, invece, ha scelto un abitino corto a trapezio di colore rosa fucsia con ampia scollatura, perché si evidenziassero i seni ben torniti, che hanno fatto e fanno impazzire da sempre Kurt da quando li ha palpati e baciati con trasporto  nei pochi e rari momenti d’intimità, compresi quelli di quest’ultime ore.

I due, infatti, nell’incontro a Mbeya, non hanno avuto bisogno di troppe parole per cercarsi, come si cercano, ad ogni latitudine, un uomo e una donna attratti l’uno dall’altra e viceversa.

Henning in proposito potrebbe anche scrivere un racconto di sicuro successo dal titolo “Il letto racconta…”.

Rose Marie ha preferito una tunica bianca,lunga anch’essa, in chiffon e pizzo merlettato. Unico cedimento alla seduzione sono dei sandali di lamé dorato, tacco dodici, che evidenziano le sue belle gambe affusolate, che fuoriescono, ti vedo e non ti vedo, dagli spacchi laterali.

Lei non è una donna appariscente e neanche vuole esserlo.

Preferisce il ruolo di compagna devota di Henning, che non manca di coccolare anche in presenza di estranei, mostrandosi molto premurosa.

Vuole,di fatto, che siano gli altri a scoprirla. Gioca nell’approccio con molta raffinatezza.

Gustav Gunder  però,appena terminato il dessert, s’avvia al pianoforte.

Gli altri lo seguono.

E parte così per mano del virtuoso pianista l’esecuzione di alcuni brani di musiche da balletto di Pyotr  Ilyich Thaikovski

Secondo Kurt il mistero di Gustav Gunter, la sera, è tutto in quella scelta musicale.

E, probabilmente, il commissario svedese non è poi molto lontano dalla verità.

Ma perché Dolly e Thaikovski ?

Perché una lolita e un impotente?  

Perché un delitto così efferato?

                                                                  (continua....)

                             Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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