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Ritorno ad Albion - Recensione - Xbox 360

Creato il 17 febbraio 2014 da Intrattenimento

Sono passati 10 anni da quando Molyneux tirò fuori la saga di action rpg più amata dai giocatori Xbox

La storia di Xbox si intreccia inevitabilmente con quella di due saghe: Halo e Fable. Microsoft, dopo aver pubblicato su Xbox 360 un remake del primo capitolo delle avventure di Master Chief, ha fatto sì che pure il primo episodio degli action-RPG arrivasse sull'ammiraglia e in concomitanza coi 10 anni dalla prima pubblicazione. Nel 2004 lo scenario era completamente diverso con Molyneux che imperversava un po' ovunque promettendo un gioco come non si era mai visto prima, pieno di feature avveniristiche che, inevitabilmente, caddero impietosamente sotto la scure delle capacità tecniche della prima Xbox, la quale non poteva reggere il peso di idee così ingombranti. Questo fu un male prima di tutto perché tanta stampa si focalizzò su quel che il gioco avrebbe potuto essere, perdendo di vista quello che effettivamente era: un titolo divertente, con un mondo meraviglioso e alcuni spunti che erano realmente innovativi. Per fortuna, i giocatori gli hanno dato fiducia e si è giunti fino al terzo capitolo con un secondo episodio realmente eccezionale.

Albion e le scelte morali

La storia è quella di un ragazzo che, partendo da un piccolo villaggio di Albion, vede il padre ucciso e sua madre e sorella rapite senza lasciare traccia. Accolto da un membro della Gilda degli Eroi, oò govane inizia un percorso di crescita e addestramento che lo porta a diventare un guerriero leggendario. A parte la richiesta della community per questa riedizione, l'idea alla base di Anniversary è quella di far giocare tutti quelli che hanno iniziato ad amare Fable, partendo dal secondo episodio su Xbox 360, cioè quando la saga è esplosa in termini di popolarità, e che la prima Xbox neppure l'avevano comprata. Lionhead non si è limitata a sviluppare un porting del gioco, creando asset completamente nuovi con l'Unreal Engine 3 per i modelli poligonali e gli ambienti, e mantenendo, però, le stesse animazioni e aggiungendo il combat system più complesso e riuscito del secondo episodio. Premendo X, Y o B si usano le armi da mischia, l'arco o i colpi magici, accumulando punti esperienza proporzionali al danno inflitto ai nemici usando ciascuna abilità.

Ritorno ad Albion
I punti esperienza possono essere spesi in ognuna delle tre abilità e nel potenziamento del personaggio, che crescendo cambia aspetto in maniera corrispondente (aspettatevi striature energetiche blu sul volto in caso dei maghi, ad esempio) e che risente anche dell'allineamento morale e del tipo di alimentazione, ingrassando o dimagrendo. La meraviglia di Fable, all'epoca, fu proprio che a seconda di come ci si comportava, aiutando o danneggiando gli abitanti del mondo, compiendo buone o cattive azioni, si ottenevano una reputazione diversa e diverse reazioni dei popolani al nostro passaggio: grida di giubilo e approvazione, parole di disprezzo, commenti ironici e vere e proprie ovazioni. È anche possibile stimolare queste reazioni con delle espressioni sociali, da flatulenze a strizzatine d'occhio, fino a veri e propri gestacci o balletti improvvisati, tutte cose che facevano passare in secondo piano come, in fondo, da tutte queste scelte le conseguenze che derivavano non erano poi esorbitanti. Fable è ancora irriverente, vivo e fresco proprio in questa capacità di mettere in pista un action-RPG leggero e stimolante, afflitto da un sistema di menu un po' contorto e da un meccanismo di target che, durante, i combattimenti, fa storcere un po' il naso e colpire anche gli abitanti che si stanno aiutando durante una missione. A parte queste piccole noie, però, giocare a Fable è ancora divertente, considerato poi che questa riedizione riprende anche tutte le aggiunte del pacchetto Lost Chapters, che uscì in seconda battuta su PC. Fable Anniversary - Sala Giochi del 10 febbraio 2014
Ritorno ad Albion - Recensione - Xbox 360
Fable Anniversary - Sala Giochi del 10 febbraio 2014

Vorrei incontrarti tra 10 anni

Fable: Anniversary è un gioco che si porta a termine tra le dieci e le dodici ore e si può arrivare a quindici cercando di fare qualsiasi missione secondaria, le quali - appunto - non sono moltissime. Uno dei problemi maggiori riscontrati nel 2004 era proprio che le aree da esplorare erano piuttosto piccole e che il movimento del personaggio era confinato nei sentieri e nelle strade di Albion senza possibilità di esplorare ambienti più vasti. Dalle dichiarazioni di Molyneux ci si aspettava un Morrowind in salsa action-RPG, mentre invece venne fuori un gioco con l'innovazione della parte social, ma senza grandi finezze in termini di level design, dungeon o puzzle. All'epoca, però, la personalità e il mix di creatività alla base del progetto fecero innamorare i giocatori di tutto il mondo lanciando la serie verso gli altri due capitoli, oggi giorno, però, proprio in questi aspetti, il gioco di Lionhead sente maggiormente il peso degli anni visto quanti passi in avanti ha fatto il genere. Il fascino, però, resta quasi immutato e il lavoro svolto nell'adattare la grafica alle capacità dell'Unreal Engine paga in termini visivi, dando vita a un titolo al passo coi tempi da questo punto di vista. Ci sono un po' di problemi di frame rate, all'inizio, ma spariscono non appena ci si lascia alle spalle la parte di gioco iniziale per partire all'avventura in giro per il mondo. L'alta risoluzione, le texture e l'illuminazione rendono piacevole il viaggio ancora oggi, limitato appunto solo da quelle caratteristiche che oramai possono essere considerati difetti. Il commento sonoro è sempre meraviglioso e resta ancora oggi uno dei più belli in assoluto.

Ritorno ad Albion

Pro

  • Albion è sempre magica e viva
  • Buon lavoro sull'engine grafico
  • I controlli di Fable 2 funzionano

Contro

  • Aree esplorabili limitate
  • Il sistema morale e delle scelte è leggero leggero

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