Ritorno al Dante

Creato il 20 aprile 2011 da Luciusday

La targa all'ingresso principale del Liceo Ginnasio Statale "Dante Alighieri"

Dal momento che io ed una mia amica dovevamo entrambi sbrigare alcune questioni amministrative e  ancora ritirare il diploma della maturità, ci siamo messi d'accordo per incontrarci stamattina davanti alla nostra scuola: il Liceo Ginnasio Statale Dante Alighieri. Poiché, inoltre, la mia macchina adesso è più che altro una non-macchina, ho raggiunto il caro Dante nel modo in cui l'ho fatto per quasi cinque anni, ossia mediante il sacrosanto autobus che risponde al numero di 913. Inutile dire che ciò mi ha riportato alla mente i ricordi delle mattine passate sull'autobus a ripetere paradigmi di verbi greci e date di storia, e non solo tutte le chiacchiere e i pettegolezzi con i miei amici, ma anche le acrobazie e le gomitate/spintoni che inevitabilmente chi incappa nel 913 non può fare a meno di ricevere. 
Arrivato a scuola ed essendo la mia amica (che chiameremo G.) in ritardo, ne ho approfittato per fare un giro nel quartiere (nel quale comunque continuo a uscire e a vedermi con gli amici), cercando di individuare e distinguere ciò che è cambiato nel tempo da ciò che è rimasto uguale e fisso nella mia memoria. Ho chiacchierato con un po' di persone che conoscevo (poche, a dir la verità, essendo ormai uscito da quasi due anni dal Dante), che mi hanno aggiornato sulle situazioni e i "giochi" in cui versa la scuola attualmente. Quando G. è arrivata, ci siamo diretti alla posta per pagare la tassa del ritiro del diploma (eh già, esiste anche questa) e poi siamo entrati ("Pronti?" ;) )
Un nuovo ingessso, una nuova porta, l'ascensore, la segreteria e la presidenza spostate, un'intera ala dell'edificio riaperta, riallestita e riorganizzata, nuovi regolamenti didattici ("E' diventato più lager di quello che era!" ha esclamato G. a un certo punto), i ragazzi che ci sembrano tutti molto più piccoli rispetto a quanto lo eravamo noi una volta: molte cose sono cambiate all'interno del Dante. Chiacchieramo con la professoressa di latino e greco del ginnasio (avrei voluto dirle con soddisfazione che ricordo ancora qualche paradigma), rispondiamo alle domande della madre di un futuro dantino che vuole informarsi sulla sezione ha già iscritto il figlio, la stessa sezione nella quale, bene o male, abbiamo concluso i nostri studi. La lasciamo compiaciuta.
I nostri diplomi sono pronti, firmiamo il registro e ce li consegnano, assieme a attestati vari in formato multilingue. Con G., tanto per cambiare, iniziamo a rievocare vari episodi e a rimpiangere quei cinque anni di liceo classico, le compagnie, l'ambiente familiare. Cinque anni per ricevere questi  due pezzi di carta. Cinque anni in cui un nuovo mondo ha preso vita con noi e dentro di noi. Cinque anni  di liceo ben spesi, che non torneranno mai più e di cui sono felice di serbare, seppur malinconico e nostalgico, un bel ricordo, la cui bellezza, probabilmente, è direttamente proporzionale alle bestemmie e agli insulti che nel corso di quel tempo abbiamo più volte lanciato nei confronti dello stesso padre della letteratura italiana.
Ci hanno chiesto se potevamo aspettare un po', di modo tale che ci venissero consegnati anche dei documenti prodotti e rilasciati nel corso dei cinque anni (i famosi compiti in classe, temi etc.). Siamo abbastanza indecisi.
G. mi guarda e poi dice: "Lasci stare, torneremo un'altra volta".
"Sicuro? Non sparite, questi documenti prima o poi dovete venirli a prendere!" ci grida dietro la segretaria mentre varchiamo la nuova soglia d'uscita del liceo.
Non si preoccupi. E' sempre un piacere tornare al Dante.

Il Dante visto dall'incrocio fra via F. Cesi e via E. Q. Visconti.


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