Fabio Viganò intervista Andrea Carlo Cappi.
Te
ne sei andato in un giorno qualunque... verrebbe da dire...Ma quando muore un essere umano non è mai un "giorno qualunque".E' il giorno dell'addio e della memoria di cio' che si è stati... nel bene e nel male. Questo giorno viene per tutti... Riguardo al bene o al male, lasceremo ad altri il gravoso compito di giudicare. Noi siamo uomini... Personalmente... non vorrei venir giudicato troppo severamente... Mentre scrivo... la lingua avrà già mietuto vittime a iosa... "Ne uccide piu' la lingua che la spada"... Ipse dixit!!! Noi vogliamo ricordare Faletti, con le parole di chi lo ha conosciuto sin dal suo debutto nel campo letterario: Andrea Carlo Cappi.-Andrea, chi era Giorgio Faletti, lo scrittore Giorgio Faletti. Quando l'hai conosciuto?-Ho conosciuto di persona Giorgio Faletti quando si stava affacciando nel mondo del giallo. Era nelle retrovie a un evento sul thriller a Milano e sembrava Rocky Balboa di ritorno al suo quartiere natale: fu allora che seppi che aveva appena scritto un giallo.-Parli di " Io uccido", il primo romanzo di Faletti...-Poi ci fu l'ictus al momento dell'uscita di "Io uccido" e il successo improvviso, ma accuratamente preparato dall'editore, per cui quell'episodio dev'essere stata un'insperata benedizione mediatica, mentre lui era in ospedale...-L'hai piu' rivisto?-Si. Quando l'ho incrociato di nuovo a San Pellegrino Terme era l'autore di thriller piu' famoso d'Italia e riusciva anche a ironizzare sull'accaduto dicendo:" Per il prossimo libro stiamo organizzando un infarto".-Si direbbe " dry humor all'inglese"...Cosa pensi di lui come autore di thriller...A noi puoi dirlo...Rimarrà un segreto!-In realtà come autore di thriller, si rifaceva al boom dei romanzi sui serial killer che in America aveva furoreggiato nel ventennio precedente mentre oltreoceano già si era alla ricerca di formule innovative, la serie "Dexter" di Jeff Lindsay, i romanzi di Jacqueline " Jack" Daniels di J.A. Konrath.-Quindi...?-Quindi Faletti non era quanto a originalità il Jeffery Deaver italiano, per citare un nostro amico e maestro comune, ma un ottimo autore di exploitation, ovvero uno scrittore che segue un filone consolidato di un genere narrativo, sfruttandone gli stereotipi; la mossa di marketing è stata sfruttare la notorietà multimediale per far leggere i suoi libri a un pubblico non abituale di questo tipo di narrativa, quindi piu' disposto a lasciarsi sorprendere.
-Mi pare,...girasse persino la voce che non fosse lui a scrivere i romanzi ma un'altra persona. Leggenda metropolitana?-Si...Poi c'è stata la leggenda metropolitana secondo cui Giorgio Faletti si sarebbe fatto scrivere i suoi libri da un ghostwriter americano, qualcuno ha parlato proprio di Deaver, che peraltro ha già abbastanza da fare con i suoi libri, per poi tradurli.
- Quindi...?-Quindi,in realtà penso che, da avido lettore e spettatore di thriller americani, dei quali si alimentava, Faletti i suoi romanzi se li sia sempre scritti da solo, semmai mutuando dalla lingua inglese certe espressioni idiomatiche che hanno indotto alcuni lettori a pensare che i suoi libri fossero traduzioni. Ma credo proprio che non gli sarebbe piaciuto farsi scrivere i testi da qualcun altro.
-Grazie Andrea, a nome de "I viaggiatori ignoranti", nonchè dei nostri lettori.-Prego. Hasta Luego!
Fabio Vigano'
Fotografia: www.gazzettadasti.it