Ritratto di mio padre ricostruisce cronologicamente la carriera di Ugo Tognazzi sin dagli esordi cremonesi del vaudeville, raccontando con brio le prime esperienze televisive e cinematografiche in coppia con Raimondo Vianello fino al ritorno al teatro negli ultimi anni della sua vita, quando il feeling con il grande pubblico andava progressivamente affievolendosi. Soffermandosi metodicamente tanto sull’itinerario artistico che su quello umano, ci viene suggerito a più riprese come sia impossibile avvicinarsi con cognizione di causa alla figura di Ugo Tognazzi senza considerare come profondamente interconnessi l’artista e l’uomo.
Dalle molteplici testimonianze presenti nel documentario, emerge il ritratto di un uomo di teatro e di cinema dal talento poliedrico, di uno spirito libero socievole e generoso che amava essere circondato da amici per evitare il confronto con quel senso di solitudine con cui, per sua stessa ammissione, non sapeva in alcun modo convivere (“Io odio la solitudine”, afferma malinconicamente l’attore in uno dei documenti presenti nell’opera). Rifuggendo ogni approccio edulcorante o manicheo, Maria Sole Tognazzi costruisce un sobrio e lineare impianto narrativo che le permette di coinvolgere ed affascinare lo spettatore. Ciò che ne risulta è un documento commovente, intenso ed estremamente interessante su uno degli attori italiani più significativi del secondo Novecento. Non distribuito al cinema, il documentario è uscito in dvd lo scorso 5 aprile.