Prima di addentrarmi nel post di oggi, vorrei ringraziare chi, in questo lungo periodo di assenza, ha continuato a commentare e ad iscriversi al blog sia tramite GFC che tramite Bloglovin.
Il blog mi è mancato e non vedo l'ora di riprendere il ritmo e di rispondere ai tantissimi commenti agli scorsi post.
Ci eravamo lasciati con un Ritratto e ci ritroviamo con un altro Ritratto, che ho scritto io ed a cui tengo particolarmente. Non mi dilungo oltre e vi auguro buona lettura!
Anche questo mese, come al solito, l’idea di partenza era del tutto diversa. Da tempo avevo in mente un Ritratto di Signora ben preciso, ma, dopo la giornata di ieri (mentre scrivo è il 2 Ottobre), ho sentito la necessità, il bisogno di rendervi partecipi della mia esperienza, raccontandovi una delle giornate più belle della mia vita.
Perché sì, i sogni ogni tanto si avverano e, quando succede, ti lasciano dentro una sensazione indescrivibile.
prima e Mila Hazuki poi mi hanno fatta innamorare follemente dello sport più bello del mondo.
Non avendo una risonanza nemmeno paragonabile, purtroppo, a quella che ha il calcio, sono stata costretta dal palinsesto televisivo a seguire solamente la nazionale, agli inizi, col risultato che ne sono diventata una tifosa sfegatata (all’epoca non esisteva nemmeno internet e la possibilità di informarsi era praticamente nulla!).
L’Italia di Giani e Bovolenta, la cui scomparsa mi ha fatto versare non poche lacrime, mi ha entusiasmato a livelli indicibili, ricordo ancora l’espressione esterrefatta di mia nonna, durante una partita con l’Olanda. Avevo 8 o 9 anni, abbiamo perso ed io ho pianto.
Ma è stato solo alla fine degli anni ’90 che ho scoperto le
Signore del Volley, la nazionale italiana femminile e, da allora, quella è la mia squadra, la squadra che nel 2002 ha vinto i mondiali in Germania dopo una spettacolare partita con gli Stati Uniti, conclusasi al 5° set, mondiali che hanno eletto Elisa Togut migliore giocatrice del torneo. Gran parte del merito, a mio parere va alla GRANDIOSA Eleonora Leo Lo Bianco, cervello della squadra, una delle alzatrici migliori del mondo, in grado di variare l’azione e di fare passaggi precisi al millimetro, tenendo sempre conto delle caratteristiche dell’attaccante di turno.Leo non è solo un’atleta fantastica, è anche una donna caparbia, che durante la sua carriera ha dovuto affrontare momenti difficilissimi, come nel 2010 quando le venne diagnosticato un tumore al seno. Operata, torna in campo in tempi record, vincendo il suo secondo scudetto con il club e successivamente la Coppa del Mondo per la seconda volta. Ad oggi è la giocatrice azzurra con il maggior numero di presenze in nazionale, anche tra i suoi colleghi maschi: 530!!!La nazionale di quel periodo non è nota solo per le vittorie ed il talento, ma per un altro episodio, negativo stavolta, unico nel suo genere, e che mette in evidenza la determinazione e l’orgoglio di queste ragazze: unite e decise, chiedono e ottengono l’allontanamento dell’allenatore Marco Bonitta, a seguito di episodi spiacevoli, durante il Grand Prix del 2006. A lui seguirà il mio adorato Massimo Barbolini, con il quale le azzurre, arricchite dalla presenza di giocatrici come Aguero, Barazza, Gioli e tante altre, dopo essere arrivate quarte al mondiale del 2006, vincono due Coppe del Mondo, nel 2007 e nel 2011. E’ proprio con Barbolini che le azzurre stabiliscono il record di vittorie consecutive, 26 contro le 20 della nazionale italiana maschile.
Lasciatemi aprire una piccola parentesi: la fast Gioli-Lo Bianco, è una delle cose più meravigliose che siano mai esistite!
Ammetto che quando ho saputo che Bonitta avrebbe allenato nuovamente la nazionale, la mia reazione non è stata delle migliori, soprattutto per il fatto che in squadra sono tutt’oggi presenti giocatrici protagoniste della vicenda del 2006. L’esordio al Grand Prix è stato timido ed ha visto in campo una nazionale giovanissima, con un forte potenziale ma con pochissima esperienza, soprattutto quando chiamata a gestire situazioni difficili di forte stress mentale e fisico. Le premesse per il mondiale non erano delle migliori e alcune scelte dell’allenatore mi hanno lasciata molto perplessa. Di certo è che un rinnovamento è fisiologico, e dopo una grande nazionale ci sono sempre delle fasi di discesa e di assestamento. Stavolta però non si poteva aspettare, il mondiale era alle porte e per la prima volta si sarebbe giocato proprio nel nostro Paese, l’Italia avrebbe ospitato il Women’s World Championsip 2014.Ho fatto i salti di gioia? Ma noooooo.
Un appuntamento così importante ha reso necessaria la convocazione di molte veterane, la cui esperienza e maturità, affiancata alla freschezza ed all’esuberanza delle più giovani, ha dato ottimi risultati nella prima fase del torneo.
Assistere alla partita, vedere il bellissimo gioco di squadra di queste
signore del volley, sentire le urla di sfogo, vedere le smorfie di dolore nei loro visi e nonostante tutto continuare a dare il massimo fino all’ultimo, anche dopo aver perso il terzo set e aver cominciato, zoppicanti, il quarto che alla fine abbiamo vinto, portando a casa il match.Oltre la fine, quando nonostante lo sforzo fisico, alcune giocatrici si sono avvicinate agli spalti a concederci sorrisi, autografi e fotografie e a ringraziarci – loro a noi! – per il sostegno.
E anche il mio fidanzato ha realizzato il suo sogno!
Proprio ieri sera le azzurre hanno vinto contro la Cina, dopo una partita al cardiopalma ottenendo la prima posizione nel girone. E da mercoledì comincia la terza ed ultima fase del mondiale, la Final Six, a Milano, dove si scontreranno le sei squadre più forti del mondo. Comunque vada, sono orgogliosa di questa squadra che ha mostrato una grandissima forza di volontà e, soprattutto, una grandissima voglia di vincere, tutte assieme.
Vi ricordo che trovate la rubrica, oltre che su MikiInThePinkLand, anche su BooksLand, Stasera Cucino Io, Un Libro Per Amico e Franci Lettrice Sognatrice.
Alla prossima,
Miki.