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Ritratto di signora # 7

Creato il 02 aprile 2012 da Mik_94

Ritratto di signora # 7 Salvea tutti!E'un grande piacere per me ospitare nuovamente sul mio blog la rubrica“ Ritratto di signora”! Potete leggere l'articolo suiblog Booksland,Miki in the PinkLand e Stasera Cucino io, Franci Lettrice Sognatricee The pauper fashionistLarubrica è a cadenza mensile : ogni primo lunedì del mese un bloggerdedicherà un articolo a una donna da prendere come esempio nellegrandi battaglie di tutti i giorni. L'articolo di oggi è statoscritto da Clara, del blog The Pauper fashionist. Scappo astudiare: domani interrogazione di letteratura greca! Vi lascio conquesto delicato articolo: buona lettura :D 
Ritratto di signora # 7,Quandoho cominciato a pensare a quale personalità descrivere all'internodi questa rubrica mi è subito venuta in mente l'immagine di mianonna. No, non è una barzelletta e nemmeno un modo di dire! Comeha detto Miki, l'intento di “Ritratto di Signora” è quello diparlare di “Donne con la “d” maiuscola, che comunichino unmessaggio di serietà, di valori veri e di moralità”. Io hopensato che non è necessario andare troppo distante per trovarequesti esempi: alcuni li abbiamo già accanto a noi ogni giorno. Mianonna non si è mai battuta per le pari opportunità, non ha maimarciato in difesa della libertà di opinione, non ha mai firmatopetizioni per i diritti umani. Ma è stata una donna forte e unamadre pronta a fare di tutto per i suoi figli, come tante altremadri. Mia nonna è nata nella Sicilia del fascismo, si è sposata inun abito bianco immortalato in una seria foto in bianco e nero, e hacresciuto i suoi quattro figli. Era una donna caparbia, mia nonna,che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Aveva i valoridi una società tradizionalista, rimasta per certi versi ancorata alpassato: la religione, la famiglia, il rispetto degli altri, ilsacrificio personale in nome di chi si ama. La religione può esserepiù o meno condivisa, ma in quanti possiamo dire di avere oggi sottogli occhi esempi di personalità che promuovano gli altri punti? E'forse la televisione a passarci un'immagine di serietà e onestà?Sono forse gli uomini che ammiccano ogni giorno dalle foto suigiornali? E' per questo che ora sto scrivendo di mia nonna, perchèlei, nel suo piccolo, ha fatto tutto ciò che doveva fare, credendoin ideali che ormai, purtroppo, sono spesso poco considerati. Lei etante altre donne “normali”, per le quali non posso però parlarepoichè non le conosco.Ritratto di signora # 7Miricordo le sue mani forti e instancabili che impastavano la pasta perla pizza. Tanta di quella farina che avrebbe potuto sfamare l'Africaintera, teglie e teglie imburrate per riempire la pancia di tutti iparenti. Si alzava alle cinque di mattina e incominciava a lavorareper i suoi nipoti, che tanto amavano tutto ciò che le sue mani dicuoca in borghese creavano. Quando andavo in cucina alle dieci, giàstremata dal caldo di agosto e stanca come solo noi giovani di oggipossiamo essere appena svegli, la trovavo più pimpante di me, prontaa baciarmi, a parlarmi in dialetto, a ridere con complicità. Avevauna risata bellissima, profonda e calda, che si estendeva ai suoiocchi neri e faceva venire voglia di sorridere; non come quellefredde risate di cortesia che troppo spesso esibiamo. Quando siarrabbiava, invece, diventava una piccola furia con la voce grossa.Ma durava poco: non era capace di tenere o farsi tenere “il muso”.La domenica si metteva un vestito a fiori, un po' si rossetto,prendeva la sua borsetta e andava a Messa. Era bella, non avevabisogno di trucco: la pelle ancora giovane e scura, i capelli neri,il sorriso aperto e sincero. Non aveva paura di faticare: in autunnoandava a bacchiare le olive, le portava al frantoio, il restodell'anno lavorava nel suo negozio di Articoli da Regalo. Non sitirava mai indietro davanti alla fatica, perchè sapeva che quelloche faceva rendeva felici le persone intorno a lei e contribuiva acostruire il loro futuro. La sera, quando tornavo dal mare, avreipotuto chiederle di cucinarmi un tacchino arrosto che lei senzabattere ciglio si sarebbe alzata, sarebbe andata dal macellaio eavrebbe poi cominciato a prepararlo. Per me, per vedere un sorrisosul volto di una ragazzina di tredici anni. Dava senza chiedere nullain cambio, per amore. In teoria dovremmo farlo tutti, in pratica nonè così. Ma se ognuno di noi condividesse un po' della premura,dello spirito di sacrificio, della gioia di vivere che mia nonnaaveva, allora potremmo definire la nostra società “civile”. E ionon sarei qui a scrivere questo post.

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