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Ritratto di signora – Jane Campion

Creato il 08 ottobre 2013 da Maxscorda @MaxScorda

8 ottobre 2013 Lascia un commento

Ritratto di sognora
1873, Nicole Kidman e’ una giovane viziatella diventata molto ricca grazie all’eredita’ lasciata dallo zio che si prendeva cura di lei dopo la scomparsa dei genitori. Bella e intelligente, non puo’ che avere spasimanti in ogni dove, partiti importanti sacrificati sull’altare del "sono libera voglio vivere la mia vita".
Un anno dopo la femminista ante litteram sara’ gia’ sposata all’unico che non la ama e coi suoi soldi come unico bersaglio. Da qui un complicato intreccio di uomini che ancora la bramano, la figlia di lui giovane e confusa, una donna bellissima amica della coppia con un segreto ben nascosto e tanta mestizia.
Ora, non e’ che voglia fare l’uomo rude a tutti i costi ma con le dovute eccezioni tipo Kathryn Bigelow, la sensibilita’ femminile al cinema come nelle arti tutte, mi e’ solitamente aliena. Se poi tutto il cuore di donna si riversa in un dramma in costume, confesso che la sopportazione latita.
E’ un film importante, voglio essere chiaro, girato benissimo, non eccelle in nulla ma la qualita’ del cinema e’ di un ordine superiore.
Molti tra interpreti al tempo giovani imberbi, non deludono e anticipano le straordinarie qualita’ future, mentre le vecchie glorie confermano la miglior fama, in special modo la meravigliosa Barbara Hershey che solo quei mentecatti dell’Academy potevano rifiutarle un Oscar dopo la la nomination.
E’ che le disgrazie della Kidman mi lasciano la perplessita’ molto maschile risalente a quando quella che ti piaceva, preferiva il tamarro noto per la scarsa igiene personale e allo stesso modo, dopo essersi fatta sedurre e abbandonare, si concede a cani e porci, continuando a guardarti con gli occhi dolci confidandoti un bene dell’anima. Insomma, non capisco la protagonista e ogni suo gesto e parola mi pare dovuto da una deficiente che in fondo dimostra come storicamente non sia stata una societa’ fallocentrica a limitare il raggio d’azione delle donne ma la loro stessa incapacita’ di leggere persone ed eventi.
Mi si dira’ che il testo e’ di Henry James ma diciamocelo, seppur uomo non lo definirei un maschiaccio.
Altro difetto per quanto ammetto sia un problema tutto mio, non posso fare a meno di trovare assonanze con "Relazioni pericolose". Colpa di Malkovich che qui dimostra una volta di piu’ di essere un attore spesso sopravvalutato ma anche quel sapore d’intrigo e complotti, tipico dell’epoca che schiaccia  pero’ verso il basso la prosa.
Un gradino sotto "Lezioni di piano", piacera’ da impazzire ad ogni donna sul pianeta e nel contempo fara’ rimpiangere biondone e auto sportive ai loro partner.

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