L’adulatore è una degradazione della competizione, come dire, è un competitore malriuscito. Di solito è quello che più di ogni altro si fa notare; è gentile con tutti; ha la bocca mielata, o la “lingua caramellata” [come Shakespeare fa dire ad Amleto (Amleto, III, 2): «La lingua caramellata lecchi l’assurda pompa e pieghi le avide giunture del ginocchio dove all’adulazione può seguire il profitto»]. A uno non fa altro che ripetere per tutta la stasera del suo charme; all’altro decantare l’intuito; la finezza; a un altro ancora di essere il tipo più spiritoso e divertente che abbia mai incontrato! Per ognuno ha avuto lodi sperticate. È facile da riconoscere: è quello che all’interno della compagnia non fa altro per tutto il tempo che dire le cose più banali e scontate di questo mondo. Qualsiasi argomento si toccava, lui era lì pronto a calare il suo luogo comune, la sua sentenza lapalissiana, spacciandola come verità esoterica: «Nella vita per avere qualcosa bisogna fare dei sacrifici!»; «Avete notato che quando piove tutti prendono la macchina?». Sembra che abbia ingoiato il Dizionario delle idee comuni di Gustav Flaubert (aggiornato ai tempi moderni!).
Tutto questo perché non vuole mai sbilanciarsi, mai andare controcorrente; ma non crediate che si comporti così con tutti; lo fa soltanto con chi sa di poter ricavare qualcosa: un favore, un piacere, una raccomandazione, un occhio di riguardo, un’attenzione particolare; prova soltanto disprezzo nei confronti di chi sa che nulla può ottenere, e quando è in vena buona, sa commiserare; ma non sa provare pietà o comprensione!
L’adulatore è il complementare del competitore; lo completa nella sua nascosta vanità; è una sorta di competitore malriuscito o poco riuscito, ma ha una capacità straordinaria di sapersi identificare con l’altro. Quasi che a volte riesce persino a leggere nella vostra mente e a carpire le vostre aspirazioni più segrete. Forse è questo il segreto del suo successo perché a lui il suo adulare viene del tutto spontaneo e naturale. Non c’è nulla di forzato. L’adulatore è sempre pronto a riconoscere e ad esaltare il senso di superiorità altrui, finché l’altro è disposto a prendersi cura di lui; perché non appena si sente un poco trascurato, eccolo pronto a cospirare nell’ombra e a tirar fuori gli artigli con i quali deturpare il bel ritratto che un istante prima aveva dipinto di voi. Egli è prono a diventar lo specchio prezioso, dentro il quale il potente può veder amplificata la sua vanità intima. L’immagine con la quale l’adulatore dipinge l’altro corrisponde perfettamente all’idea che l’altro ha di se stesso: l’altro può vedere riflessa l’immagine che più gli piace, scambiandola, ahimè!, per la sua immagine reale. L’adulatore agisce come se dicesse: “Io ti vedo come a te piace vederti”. Ecco perché l’abile adulatore sa fabbricare lo specchio ideale dentro il quale l’altro può ammirare il proprio sé. E se in ogni circostanza lo troviamo accanto al potente di turno, non illudetevi, perché nel suo intimo è sempre pronto ad apparecchiare lo specchio al potente di turno non appena fiuta l’arrivo del nuovo astro all’orizzonte!
NB: I ritratti che sto postando in questi giorni sono una rielaborazione di un mio vecchio post, "In quale personaggio vi riconoscete", con lievi modifiche.