Una delle monete bizantine ritrovate
a Metelis
Durante gli scavi è stato riportato alla luce un tesoretto di monete bizantine. Il sito, attualmente, ricopre una superficie di 32 ettari ma era certamente più grande. E' il frutto di una sovrapposizione millenaria di insediamenti, il più recente dei quali è di epoca bizantina. Le monete ritrovate, tra le quali ce ne sono due d'oro coniate a Costantinopoli nella prima metà del VII secolo d.C., erano in un ripostiglio sigillato nello strato più alto del sito e risalgono al periodo in cui la città fu distrutta. Metelis scomparve sotto il regno di Eraclio I, imperatore dell'Impero Romano d'Oriente.
Una delle monete d'oro ritrae l'imperatore Eraclio tra i due figli e fu coniata tra il 638 e il 641 d.C.. Proprio la datazione di questa moneta consente agli studiosi di fissare nel tempo la conquista araba della città sconosciuta.
Gli studiosi hanno anche ritrovato strutture abitative e cisterne per l'acqua. La vita della città copre circa un millennio. Metelis era capitale del nomos Metelites, che le fonti collocano proprio in questa zona. La missione archeologica italiana opera nel sito dal 2002 ed è una delle poche presenti, viste le difficoltà di scavo della zona a causa delle caratteristiche idrogeologiche che influiscono in modo determinante sulla conservazione dei siti. L'acqua, infatti, ha scavato profondi canyon intaccando e, a volte, cancellando le strutture.
Kom el-Ghoraf si trova nell'area della Beheira, compresa tra Damanhur e Rosetta. La missione archeologica italiana è diretta da Loredana Sist. Il sito è stato ampiamente demolito dai cercatori di sebbakh, soprattutto a partire dall'Ottocento. L'area è disseminata di strutture in mattoni crudi e di resti di ceramica domestica di età romana e bizantina.
Gli archeologi hanno identificato anche delle sepolture piuttosto modeste e undici strutture di età romana, costruite in mattoni cotti, sommerse completamente dal fango.