I coltelli di Ossidiana ritrovati in Messico
Tracce di sangue, frammenti di muscoli, tendini, pelle e capelli sono stati ritrovati su alcuni coltelli di 2000 anni fa in Messico. Per gli archeologi questa è la prova inconfutabile che le lame di ossidiana dei coltelli sono state utilizzate per i sacrifici umani.Gli studiosi avevano osservato i segni di tagli presenti su alcune ossa, che sembravano suggerire pratiche di smembramento dei cadaveri proprie di alcune culture pre-ispaniche. Il ritrovamento di queste lame di ossidiana non ha fatto altro che confermare in positivo il loro utilizzo negli antichi rituali. Gli archeologi dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico sono sicuri che questi coltelli siano stati utilizzati per aprire il petto delle vittime dei sacrifici umani al fine di poter estrarre il cuore.
La collezione dei coltelli di ossidiana recanti vistose macchie di sangue umano provengono dalla cultura, poco nota, di Cantona che fiorì contemporaneamente alla misteriosa città stato di Teotihuacan. La cultura di Cantona precedette di ben 1000 anni quella ben più nota per i suoi sacrifici umani, la cultura Azteca. I coltelli sono stati ritrovati due anni fa e sono stati studiati attentamente al microscopio elettronico a scansione. Proprio questo studio ha permesso di rilevare la presenza di globuli rossi, collagene, tendini e frammenti di fibre muscolari. Proprio queste tracce, quelle relative alle fibre muscolari ed ai tendini, hanno suggerito agli studiosi che i tagli inflitti alle vittime fossero profondi e destinati allo smembramento. Il ritrovamento getta nuova luce sulle pratiche di sacrificio umano presso le culture pre-ispaniche. Queste ultime credevano che il sangue umano fosse una sorta di liquido vitale necessario per mantenere l'equilibrio del cosmo.
Alcuni dei coltelli sottoposti al test presentavano maggiori tracce di globuli rossi; altri, invece, presentavano più pelle, muscoli o collagene. Questo suggerisce che ciascun coltello era utilizzato per uno scopo preciso. Inoltre gli studiosi pensano che gli utensili non fossero lavati e che venissero conservati, dopo l'utilizzo, in un apposito sito.
Il professor Ventura Perez, assistente di archeologia biologica presso l'Università del Massachusetts, specializzato nella ricerca di antiche forme di violenza sociale, afferma che i corpi delle vittime, nelle culture pre-ispaniche, venivano fatti a pezzi per motivi diversi. La sua analisi sui tagli che sono presenti sulle ossa ritrovate sembrano suggerire che i corpi erano esposti al fine di farli marcire per poi smembrarli per la sepoltura. Parti specifiche dei corpi delle vittime, come gli organi interni, i crani e le ossa lunghe, potevano essere raccolte in un luogo particolare deputato al culto degli antenati.