Tutto è bene quel che finisce bene, è proprio il caso di dirlo. Il furto d’arte avvenuto venerdì 5 dicembre alla Galleria D’arte Moderna di Roma, degno di Arsenio Lupin, si è concluso con un lieto fine.
La testa in bronzo denominata “Il Bambino Malato” dello scultore torinese Medardo Rosso, stimata intorno ai 500 mila euro, e trafugata dal museo, è stata ritrovata. Il piccolo capolavoro fa parte della collezione della Galleria romana e, in queste settimane, era in mostra, inserito nella rassegna dedicata a Secessione e Avanguardia.
Il furto ha un po’ della beffa. L’allarme è suonato nel pomeriggio del 5 dicembre alle ore 16,30, dopo che gli addetti alla vigilanza si sono accorti della sparizione della piccola scultura. Naturalmente, il sistema d’allarme era in funzione, così come le telecamere, puntate sull’opera.
Come per magia, nella mattinata di lunedì 8 dicembre, il “Bambino Malato” è stato ritrovato in un armadietto del museo che viene utilizzato dal pubblico e si trova all’ingresso del museo. Si pensa che il ladro possa essere tornato e lo abbia restituito. Sul posto sono giunti i carabinieri della compagnia Trionfale, che stanno indagando sulla vicenda con il coordinamento del reparto operativo per la Tutela del Patrimonio Culturale.
Al vaglio delle forze dell’ordine ci sono le registrazioni delle telecamere, le quali potrebbero aver ripreso qualcosa di utile al fine di dare un nome e un volto a questo ladro così “disinvolto”. Egli ha potuto agire del tutto indisturbato, dato che gli inquirenti sono convinti che l’opera abbia di fatto lasciato la Galleria, e che solo in un secondo momento il ladro sia tornato a restituirla. Prova ne è che gli armadietti erano stati in precedenza visionati ed erano risultati vuoti.
Forse il novello Lupin si è sentito braccato, o forse si è pentito del gesto compiuto, riuscendo a riporre la statua all’interno dell’armadietto senza attirare l’attenzione su di sé. Accertamenti scientifici sono anche in corso sulla testa bronzea, per cercare di risalire all’autore del furto tramite impronte digitali o materiale biologico.
Fortunatamente la scultura pare non aver subito danni e, di quello che sembrerebbe più un gesto dimostrativo, non rimane che un brutto ricordo. Non si esclude neppure che il responsabile conoscesse bene la Galleria, anzi, sembrerebbe la cosa più ovvia. Un furto di questa entità non avveniva dal 1998 quando furono trafugate due tele di Van Gogh e un Cezanne. Anche in quel caso, le opere, troppo importanti per essere “smerciate” senza conseguenze, furono poi ritrovate.
Medardo Rosso, nato a Torino nel 1858 e morto a Milano nel 1928, è stato uno scultore, nonché importante esponente dell’impressionismo. In particolare, il “Bambino Malato” è una statuetta in bronzo disegnata e prodotta tra il 1893 e il 1895, dopo la degenza di Medardo Rosso presso un ospedale di Parigi.
Raffigura le testa di un bambino che appare sofferente, di certo ammalato. I lavori nei quali questo scultore eccelle sono proprio i ritratti di bambini, di cui ha amato la purezza e l’innocenza.
Ardengo Soffici, scrittore e pittore fiorentino, ha detto di lui: “Nessuno scultore, credo, dopo l’impareggiabile Donatello, ha capito ed espresso così cordialmente i lineamenti e lo spirito di quell’età acerba”.
Il “Bambino Malato” è quindi tornato, mentre a noi rimane l’amara sensazione di attraversare un periodo in cui chiunque possa fare tutto ciò che gli passa per la testa. Speriamo sia solo un errato giudizio e che l’essere umano riesca ancora a discernere ciò che è bene per l’intero corso della storia.
Written by Cristina Biolcati