Le fondamenta del complesso di culto ritrovato in Israele
(Foto: Prof. Itzhaq Shai)
Gli archeologi non sono certi di quale fosse la divinità qui adorata, anche se è probabile si trattasse di Baal, dio cananeo della tempesta. Le lettere di Ugarit (città dell'attuale Siria) sembrano suggerire che Baal sia il candidato più probabile di altre divinità, anche se non si esclude che il tempio fosse stato edificato per il culto di una divinità femminile. In questo caso la candidata più probabile è Anat, dea della guerra.
I frammenti di maschere - due nasi - sono considerati molto interessanti dagli archeologi perché hanno una grandezza piuttosto inusuale. Si pensa che le maschere, alle quali appartenevano i nasi, venissero utilizzate durante cerimonie cultuali e processioni. Le tazze ritrovate nel complesso templare furono, con tutta probabilità, importate da Cipro. L'uso di queste tazze è ancora un mistero. I ricercatori ne stanno analizzando le pareti per capire cosa contenessero.
Sono stati scoperti anche degli enormi vasi, pithoi, alti quasi quanto una persona. Erano stati inseriti nel terreno e recavano, all'interno, altro vasellame più piccolo. Due pezzi di vasellame provenivano certamente da Cipro. Questi grandi pithoi furono utilizzati, probabilmente, come deposito di cibarie portate come offerta al tempio.
Il complesso cultuale ha prodotto altri importanti reperti, quali un sigillo a forma cilindrica, coppe, calici, figurine frantumate che sembrano appartenere a statuette antropomorfe e zoomorfe. E' stato ritrovato anche uno scarabeo con un'iscrizione geroglifica.
I reperti ritrovati finora suggeriscono che nel complesso di culto fossero celebrate delle feste che comportavano anche il sacrificio di animali. Nei pithoi venivano conservati i resti del cibo offerto alla divinità.