Rivali furiosi - Provato - PS4

Creato il 17 ottobre 2013 da Intrattenimento

Dall'Inghilterra nuovo provato di Need for Speed: Rivals

Guildford. Inghilterra. I giochi di corse come metro di paragone: potenza tecnica, bontà del controller, infrastrutture online, sono solo alcuni esempi di caratteristiche misurate anche con la qualità delle simulazioni di guida. Il lancio di nuove console sul mercato, poi, è l'occasione perfetta per i racing game di mostrare i muscoli del nuovo hardware, di segnare con il loro arrivo un effettivo distacco rispetto alle vecchie piattaforme di gioco. Novembre duemilatredici, Xbox One e PlayStation 4 arrivano sul mercato e Need For Speed: Rivals vuole sedersi al tavolo di lancio, puntando al posto di miglior titolo di corse, senza però dimenticare le care vecchie Xbox 360 e PlayStation 3 (con i loro milioni di utenti) ed il PC che, quatto quatto, sembra portare ancora una volta a casa la palma di versione migliore. Per dare un'occhiata approfondita alla modalità Carriera e testare la bontà dell'All Drive siamo stati invitati in terra d'Albione da Electronic Arts, di seguito quanto abbiamo scoperto, giocando a guardie e ladri su quattro ruote.

Un confine invisibile

Già dai nostri precedenti incontri con la produzione Ghost Games (studio di sviluppo interno ad Electronic Arts, creato ad hoc per la produzione di Need For Speed: Rivals) abbiamo preso confidenza con uno dei concetti chiave del titolo: l'abbattimento del confine tra esperienza in solitaria e multiplayer. Come tutti si affrettano a dire quando presentano un'idea del genere, chiaramente, starà al giocatore decidere in che maniera permettere agli altri utenti di entrare nella propria partita (completamente pubblica, aperta solo agli amici, chiusa), ma nella situazione ideale le porte saranno aperte e sei giocatori contemporaneamente potranno guidare per le vie della mappa di gioco. Sei giocatori non sono poi così tanti, in effetti, tenuto conto che le strade esplorabili compongono la più grande mappa che la serie abbia mai visto, e che non si è obbligati a guidare in compagnia potendo continuare a giocare in solitaria semplicemente condividendo il mondo. Per ovviare al rischio di una pericolosa solitudine i ragazzi di Ghost Games hanno riempito il mondo di piloti e poliziotti controllati dall'intelligenza artificiale, così difficilmente si potrà stare a lungo su una strada di campagna senza che si veda sfrecciare qualcosa. Questo accorgimento, però, non ci è sembrato abbastanza per fugare la sensazione di uno spazio poco animato, vuoi per il numero tutto sommato contenuto degli eventi a cui era possibile partecipare durante la nostra prova e per la distanza tra gli stessi, vuoi per lo scarso numero di vetture "civili" e per delle ambientazioni ad ampio respiro, fattostà che il mondo di gioco non è apparso come traboccante cose da fare. Una sensazione, va precisato, che potrebbe anche essere imputabile al fatto che la nostra prova ci ha visti cominciare da zero le carriere di piloti e poliziotti, non avendo dunque accesso a tutti i contenuti che piano piano vengono sbloccati. Need for Speed: Rivals - Video gameplay sulla personalizzazione

Simon says: drive!

Due sono le carriere presenti in Need For Speed: Rivals, ben differenziate per approccio ludico e slegate tra loro. Quando si decide di vestire i rombanti panni dei piloti clandestini l'esperienza ha le sue radici nella serie Electronic Arts, proponendo al giocatore situazioni familiari a base di gare su strade provinciali, prove a tempo, autovelox da bruciare in velocità e fughe dalle solerti forze dell'ordine. Quando invece si indossa la divisa le cose cambiano sensibilmente, almeno per quanto riguarda gli inseguimenti (ora chiaramente siamo noi a dover buttare fuori strada gli altri) e l'approccio all'esplorazione. Giocando come piloti, infatti, ci si ritrova a teletrasportarsi per la mappa da un evento all'altro, mentre da poliziotti si pattugliano le strade andando a caccia di corridori illegali da inseguire a sirene spiegate. Grosse differenze si trovano anche quando ci si dedica alla personalizzazione dei veicoli: le auto civili godono di un semplice editor che permette di cambiare colore ed applicare grafiche sulla carrozzeria, oltre che di un altrettanto semplice sistema di gestione dei potenziamenti, ordinati nelle macro categorie canoniche per il genere (manovrabilità, accelerazione, velocità di punta, resistenza...). Le automobili dei tutori dell'ordine, invece, non possono ovviamente venire personalizzate dal punto di vista estetico, del resto l'appartenenza ad un corpo di polizia richiede una certa uniformità in fatto di dotazione tecnica, ma possono essere potenziate da strumenti offensivi come scariche elettromagnetiche o secchielli di chiodi da rovesciare dietro di noi. Per ovviare all'assenza di personalizzazioni estetiche gli sviluppatori hanno deciso di dare al giocatore tre diverse versioni di ogni auto della polizia: patrol, enforcer e undercover. Sulle auto patrol c'è poco da dire, si tratta di veicoli a tutto tondo, le enforcer invece possono puntare sulla forza bruta e sulle speciali dotazioni per speronare le altre vetture, mentre le undercover non hanno livree e possono avvicinarsi ai corridori senza essere scoperte (anche se da una certa distanza verranno comunque segnalate). Ultima nota sul fronte delle due carriere è la possibilità di passare da una all'altra in pochi istanti con la semplice selezione dell'opzione dedicata, un passaggio decisamente fluido che però d'altro canto sottolinea i caricamenti insolitamente lunghi registrati generalmente su PC e PlayStation 4, le uniche due versioni provate.

Arriva la next gen?

Arriva la next gen, oppure è già tra noi? Non senza una vena polemica gli utenti PC sottolineano ormai da anni come la loro piattaforma di gioco sia quella più evoluta, e l'arrivo di Xbox One e PlayStation 4 non farà che ringalluzzirne le posizioni visto che, nel caso di Need For Speed: Rivals come in tanti altri, le versioni next gen dei titoli sono sensibilmente inferiori alla controparte PC. Si tratta di una situazione inedita, quella odierna, nella quale i computer sono ad oggi già più avanzati delle console non ancora arrivate sul mercato, situazione evidente anche dal livello di dettaglio grafico raggiungibile nella produzione Ghost Games. Intendiamoci, non che la versione PlayStation 4 perda brutalmente il confronto, ma certo non si può fare a meno di notare l'assenza di alcuni effetti (riflessi, illuminazioni, ombre) che invece fanno bella mostra di se su PC. A voler trovare un punto a sfavore dell'edizione computer, questo sarebbe facilmente individuabile in un frame rate non solidissimo, ma il fatto di avere provato una build non definitiva va tenuto da conto quando si esaminano i dettagli tecnici. Altro segno dei tempi che cambiano è la presenza dell'ormai immancabile companion app che verrà distribuita gratuitamente in concomitanza con il lancio del gioco per sistemi iOS, Android, e per i browser. Si tratta di una rappresentazione della mappa del gioco sulla quale è possibile individuare i propri risultati, compararli con quelli degli amici, ed anche collegarsi alle partite in corso per influire sul loro svolgimento con effetti positivi (ricaricando nitro e riparando veicoli, per esempio) o negativi (impostando posti di blocco o sguinzagliando elicotteri della polizia). Il nostro incontro con Need For Speed: Rivals ci ha visti lasciare gli studi Electronic Arts di Guildford con la sensazione che la serie sia ad un punto di svolta, da quanto visto, infatti, il titolo Ghost Games propone un cuore solidamente poggiato sulle fondamenta erette dalla serie in tutti questi anni di vita, ma rinnovato dalla presenza di un forte accento sulla connettività e da una svecchiata tecnica decisamente opportuna. Il titolo provato in Inghilterra, però, appartiene a quell'ampia categoria di produzioni che necessita di un incontro approfondito per valutarne l'effettiva qualità, incontro che ovviamente non mancheremo di effettuare in sede di recensione. Need for Speed: Rivals - Videoanteprima Gamescom 2013


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