Magazine Cinema
(Field of dreams)
di Phil Alden Robinson (USA, 1989)
con Kevin Costner, Amy Madigan, Ray Liotta, James Earl Jones, Burt Lancaster
Ray Kinsella, contadino dello Iowa, distrugge la sua intera piantagione di mais per costruire un campo da baseball. Tutti lo prendono per matto ma lui va avanti per la sua strada, spinto da una voce perentoria che lui solo riesce a sentire ("se lo costruisci, lui tornerà"). Alla fine su quel campo si materializzeranno i 'fantasmi' (ma lo saranno poi davvero?) di grandi giocatori del passato in cerca di rivincita e, soprattutto, vi ritroverà suo padre, morto prematuramente e col quale aveva sempre avuto un rapporto difficile. Tutti insieme imbracceranno mazze e guantoni per giocare una partita riconciliatrice, alla quale potranno assistere solo coloro che credono davvero nei propri sogni...
Potete dire tutto quello che volete su questo film: sarà retorico, melenso, ruffiano, buonista... eppure ogni volta che lo rivediamo in tv la magìa si compie, anche ormai a distanza di un quarto di secolo dalla sua uscita: non riusciamo a smettere di guardarlo. Impossibile infatti staccare gli occhi dallo schermo, impossibile non emozionarsi e non commuoversi di fronte a una pellicola maledettamente 'perfetta' e coinvolgente, tipico esempio di quel cinema hollywoodiano 'medio' che molti critici e puristi snobbano ma che, sotto sotto, non possono far altro che ammirare per la capacità di far presa sul pubblico con storie semplici e perfino assurde come questa. Phil Alden Robinson costruisce una metafora fantastica e delicata sul potere dei sentimenti e sulla legittimazione del Sogno Americano. Ma lo fa con garbo ed eleganza, con un tocco lieve che ricorda tanto Frank Capra e con la consapevolezza di chi crede davvero in quello che racconta.
L'uomo dei sogni è infatti un film sincero, sicuramente retorico ma non ipocrita: al regista interessa soprattutto il messaggio che traspare dal racconto: l'invito a credere nei propri mezzi, a non rinunciare ai propri sogni, anche quando questo significa mettersi tutto il mondo contro ed esporsi al ludibrio della gente 'normale'. E lo fa attraverso uno sport, il baseball, che una volta di più incarna perfettamente lo spirito e la forza di una nazione giovane e insicura, da sempre bisognosa di eroi: il battitore che si trova in campo da solo contro l'intera squadra avversaria è l'essenza stessa dell'America, il simbolo dell' 'uomo qualunque' che riesce a farcela da solo, sgominando gli avversari ma, attenzione, nel pieno rispetto delle regole e dei valori sociali (ne avevamo parlato anche qui).
A contribuire alla riuscita della pellicola è ovviamente anche il cast di tutto rispetto: Kevin Costner all'epoca era ancora un grande attore (l'anno dopo avrebbe vinto l'Oscar con Balla coi Lupi), James Earl Jones e Ray Liotta sono 'comprimari' coi fiocchi, mentre davvero monumentale è il grande Burt Lancaster, qui alla sua ultima apparizione cinematografica, in un cameo indimenticabile. Un film splendidamente classico, profondamente americano ma allo stesso tempo capace di parlare al mondo, a tutte quelle persone che ancora credono nella forza dei sogni...
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