Era tempo felice l’aurora,
allorchè i prati eran seminati a rose,
sol grido e sollazzi a far da compagna,
sebben gravida di morte fosse la messe.
Rapito ti stavi lungo il ruscello,
vagheggiando ninfe far capolino,
leggiadra l’acqua a far da riflesso
dei tuoi bei occhi di rosso vermiglio.
Ma ciò che da mente tua trapelava
era sol droga di vita il distillo
chè ormai vaghi i destini son resi
e i calici ebbri per l’eternità svuotati.
Chiara