Ecco la rivoluzione di Gubitosi. Il direttore della Rai ha in mente una ‘fusione’ tra le redazione dei quattro Tg della tv di Stato. Le redazioni di Tg1 e Tg2 saranno fuse assieme. Cosi come Tg3, Tg regionali e RaiNews.
La rivoluzione di viale Mazzini sarà in due fasi: «Abbiamo immaginato due fasi, la prima si dovrà realizzare tra il 2015 e il 2016. Prevede la nascita di due newsroom. La numero 1 sarà composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai Parlamento. La 2 sarà formata da Tg3 più Rai News più Tgr e Ciss, meteo e Web. Newsroom 1 sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale. Newsroom 2 porterà un’evoluzione dell’all news integrando offerta nazionale, internazionale e locale. Con Newsroom 2 otteniamo un risparmio immediato. Rai News che doveva sostituire la sua digitalizzazione di prima generazione, ora potrà usare quella di ultima di Rai Tre senza costi aggiuntivi. L’obiettivo è sfruttare i punti di forza che abbiamo utilizzando un unico standard produttivo. Saranno due grandi accorpamenti ma apparentemente non cambierà nulla».
Nessun cambiamento di loghi o volti. Si supererebbe la Riforma del 1975, quella che divise la Rai in tre aree politiche con il Tg1 alla Dc (poi divenuto nella seconda repubblica appannaggio del vincitore delle elezioni, Forza Italia o PD), Tg2 al PSI (poi Forza Italia ed infine An), Tg3 al PCI (Pds-Ds-PD).
Nella pratica, «i marchi Tg1, Tg2, Tg3 rimarrano. Chi guarda il Tg1 delle 20 continuerà a vedere il logo e i conduttori abituali che sono caratterizzanti. Così il Tg2. Ma le due redazioni saranno state unificate. A differenziare l’offerta saranno i vice direttori, i coordinatori di impaginazione ed editoriali e i conduttori, tutti dissimili da una testata all’altro. Così l’impianto sarà più nitido e si potranno valorizzare e distinguere meglio i contenuti, le missioni dei telegiornali, riposizionare e razionalizzare editorialmente le rubriche, evitando repliche, incentivando la creatività. Ha presente la Volskwagen che produce con i marchi Audi, Volkswagen, Bentley ecc?».
Gli fa eco Milena Gabanelli, la conduttrice di Report, intervistata dal Corriere, avanza ipotesi di tagli alle redazioni ed alle spese relative ad uffici e sedi della Rai:
“Per tornare efficiente e competitiva, la Rai andrebbe ‘snellita’, ma modifiche radicali saranno possibili solo se si interviene sulla riforma del 1975, meglio nota come lottizzazione”. Lo scrive in un lungo editoriale sul Corriere della Sera Milena Gabanelli, in cui fa la lista degli sprechi del servizio pubblico. Troppi telegiornali, reti e strutture inventate solo per accontentare politici, assessori e governatori di turno. Troppi incarichi dirigenziali e una proliferazione incredibile di sedi e strutture regionali. Nulla di più lontano dalla Bbc, “il miglior servizio pubblico al mondo” di cui tanto si parla ma che mai sarà avvicinato se non si mettono “competenza” e “merito” come criteri essenziali per la nomina della governance.
In seguito alla lottizzazione, scrive la giornalista, “ogni partito si è preso un canale, e poi ci ha infilato i suoi uomini scegliendo come unico criterio la ‘fedeltà’, non all’azienda ma al partito. Risultato: proliferazione di strutture e incarichi dirigenziali che negli anni si sono stratificati”. Per questo la Rai è imparagonabile a ogni altro servizio pubblico del mondo: