"La vera rivoluzione per raggiungere la libertà è quella interiore, qualsiasi rivoluzione esterna è una mera restaurazione della solita società che a nulla serve"
J. Krishnamurti
Da tempo mi sto rendendo conto di una cosa che in passato mi ha spesso e volentieri stupito: alla gente non piace sapere le informazioni spiacevoli, indipendentemente se sono vere o false, utili o inutili.
Che si tratti di politica, società, religione o economia appena parli del loro lato oscuro la gente comincia a non voler sentire più.
Magari all'inizio le persone ti ascoltano ma appena si comincia a minare seriamente i castelli mentali che si sono costruiti, da quel momento in poi cominciano a voler evitare questo tipo di discorsi, accontentandosi dell'idea che già si sono fatte del mondo.
Questo discorso lo capiranno bene tutte quelle persone a cui piace scavare nelle profondità delle informazioni ad ampia diffusione, attraverso quella cultura superficiale che è largamente diffusa nella società.
Queste persone, compreso me, potrebbero pensare di essere meglio degli altri, che sono gli altri che non capiscono o non hanno il coraggio di guardare in faccia alla realtà; purtroppo di errori del genere se ne fanno spesso e, per ingenuità o per superbia, finiamo per fallire in uno dei più grandi obiettivi che possiamo porci: far aprire gli occhi alla gente.
C'è una cosa importante che ho capito e vorrei trasmetterla anche a voi.
Prima di tutto definiamo la parola credenza:
Una credenza è una opinione o convinzione che si ha riguardo un determinato tema.Ogni persona ha un sistema di credenze, dei veri e propri pilastri che sorreggono la mente. Proviamo quindi ad immaginare la nostra mente proprio come ad un tempio fatto con questi pilastri:
Se noi, parlando con un altra persona, distruggiamo uno di questi pilastri il tempio rischia di crollare il che, metaforicamente parlando, significa destabilizzare la mente di questa persona.
Capirete quindi che non possiamo distruggere un pilastro, per quanto marcio possa essere, senza sostituirlo con un altro. Per questo motivo non possiamo distruggere la credenza di una persona senza dargli la possibilità di sostituirla con una alternativa, che deve ovviamente dargli stabilità.
Un ottimo esempio è quello dei berluscones, il che la dice lunga sull'abilità del nostro caro premier. Da 20 anni la sua campagna politica è stata del tipo:
La sinistra ha rovinato l'Italia e ha sempre prodotto nel mondo fame, morte e miseria. Sapete tutti bene cosa ha prodotto il comunismo nell'ultimo secolo, i giudici sono militanti di sinistra e favoriscono i comunisti, le università sono comuniste e favoriscono i baroni, i PM si intromettono nella privacy delle brave persone ecc.. Tutto va male ma se seguite me, che mi sono fatto da solo, che ho raggiunto grandi traguardi in tutti i campi, risolleverò voi e le sorti dell'Italia.Provate a mettervi nei panni di un Berluscones, provate a pensare davvero che tutta Italia sia marcia e che solo una persona possa salvarvi e possa indicarvi la retta via. Ora, ammettiamo che tutti i sospetti su Silvio Berlusconi siano veri, ammettiamo che riusciamo a trasmettere questa credenza a queste persone, come potrebbero mantenere la loro stabilità mentale?
"Se Berlusconi è un criminale l'Italia tornerà in mano alla sinistra" - Potrebbero pensare. Immaginare un Italia in mano a coloro che abbiamo considerato la feccia della società non può non destabilizzarci. Accade così che devono per forza di cose negare l'evidenza per poter mantenere la ragione.
Capirete adesso che, se diciamo a un berlusconiano che il suo leader è un criminale, ce lo faremo sicuramente nemico, pur argomentando con tesi ineccepibili, che nella maggior parte dei casi la TV si è ben guardata dal non demonizzare. Basta dire che non c'è libertà di informazione per passare per comunisti, a volte basta soltanto fare un semplice ragionamento da ecologista proprio perché oramai "l'ecologia è di sinistra".
Questo è solo uno degli esempi che si possono fare. Se ne potrebbero fare altri dicendo ad un juventino che la Juventus si è rubata gli scudetti, dicendo a chiunque che il petrolio presto finirà, che la mafia controlla il paese, che il Vaticano è legato con la mafia e la politica, ecc...
Quindi, se vogliamo cambiare una credenza, dobbiamo necessariamente fornirne un'altra che dia stabilità alla persona.
Questo però è un caso semplice che si riscontra facilmente nei bambini. Per gli adulti le cose si complicano perché spesso sviluppano un sistema di credenze strettamente vincolate tra loro, dove se cade una cadono tutte. Utilizzando l'esempio del tempio, si tratterebbe di eliminare in una volta tutte le colonne per sostituirle con altre: sarebbe un impresa ardua per chiunque.
Come se non bastasse, non è finita qui. Sono poche le persone che accolgono benevolmente un pensiero che intacchi il proprio sistema di credenze e la maggior parte se le difende con il coltello tra i denti. Queste difese si chiamano pregiudizi, populismi, ossia altre credenze che ci insegnano a non credere a priori chi fa un certo tipo di discorsi, che ci impediscono di comprendere alcuni argomenti indipendentemente dalla loro veridicità.
Per questo motivo, se vogliamo far aprire gli occhi a qualcuno, dobbiamo essere noi per primi ad abbassare le difese. Come si fa? Bisogna accogliere ciò che ci dice l'altro, anche se lo consideriamo sbagliato: capire il perché una persona mette la faccia su qualcosa che noi reputiamo errato è la base per dare il buon esempio.
Se si riesce a scendere allo stesso livello, ossia senza pregiudizi e con una buona comprensione reciproca, allora un confronto può far emergere qualcosa di molto più simile alla verità e chi è nel torto riuscirà a intravedere il giusto. Anche chi crede di far aprire gli occhi agli altri può a sua volta scoprire che in realtà era egli stesso ad essere cieco.
A questo punto sia noi che gli altri avremo un'alternativa, il quale è molto diverso dal subire imposizione di un punto di vista: una persona può così scegliere arbitrariamente come rivoluzionare la sua mente sostituendo, aggiungendo o creando un nuovo pilastro. Questa è l'unica strada positiva affinché si possa cambiare il proprio sistema di credenze.Oggi purtroppo basiamo la nostra esistenza su tante illusioni, su tantissime idee e informazioni false che ci siamo fatti della società, dell'ambiente, della vita intera.
Bisognerebbe mettere ogni tanto da parte i nostri pilastri fatti di fumose fantasie e provare ad erigere un nuovo tempio basato sulla conoscenza dei veri problemi di oggi, accompagnato dalle possibili soluzioni.
Tante volte siamo abituati a dire solo il male che c'è in questo mondo togliendo la speranza agli altri. Chi mai accetterebbe di vivere con una visione del mondo senza speranza?
Per questo motivo, quando demoliamo una credenza illusoria, quando presentiamo una nuova visione più problematica, è necessario fornire anche le possibili soluzioni che possono esserci.
Se l'uomo si crea le illusioni è proprio perché ha bisogno di speranza per poter vivere.Ne ha bisogno a tal punto che preferisce basare la sua vita su false speranze piuttosto che su situazioni problematiche più vicine alla realtà.
Non dobbiamo mai togliere la speranza alle persone. Un uomo disperato è un uomo che considera inutile la vita o alcune sue sfaccettature, è solitamente una persona negativa che spesso fa il male per se stesso e per la società. Con la convinzione di un mondo certamente destinato a finire a rotoli l'unica scelta che può fare è pensare solo a se stesso, accrescendo così quell'egoismo sociale che si scontra abitualmente con il bene collettivo.
Tornando alla politica, provate a pensare a quanta gente oramai non vota più, pensate a quanto male fanno alla società delegando le decisioni della nazione a quella banda di persone poco raccomandabili che sta al potere.
Questo accade proprio perché chi li ha informati sulla mala politica non gli ha fornito valide alternative. É quindi assolutamente necessario comprendere chi la pensa diversamente da noi, altrimenti non capiremo mai i loro turbamenti e ogni nostra parola in conflitto con i loro pensieri potrà diventare un pretesto per farsi la guerra.
In questo modo, una maggiore comprensione tra i popoli può portare ad una vera e propria rivoluzione interiore dalla quale, inesorabilmente, si può dare inizio ad una sacrosanta rivoluzione dell'umanità intera, fatta nell'interesse di tutti.
Non commentate troppo che mi intasate il blog, mi raccomando. Alla prossima.
Per saperne di più:
- Dialogo sull'arte del dialogo, di Mario Trevi e Alessandro Fedrigo