Tutti i progetti con dentro Reto Mäder sono segnati in profondità dalla sua impronta: un sound denso, buio e spettrale. Il problema, dopo qualche anno durante il quale si è cominciato a parlare più spesso di lui, è che cominciavano ad assomigliarsi troppo. Per fortuna, l’ultimo Sum Of R (Ride Out The Waves, 2012), complice un cambio di line-up, ha acquisito uno stile autonomo, più live e più doom. Ora anche il suo progetto solista, RM74, si smarca sia da Sum Of R, sia da Ural Umbo (quello che sembra mantenere di più le caratteristiche originarie) e Pendulum Nisum. Poiché si tratta – come ovvio – del momento in cui può essere più personale, ecco che in RM74 tutto prende una piega intimista, vien quasi da fare il parallelo con il front-man di una rock band che toglie la polvere dalla chitarra acustica e compone dolenti brani folk. Solo che il folk di Reto Mäder passa anche attraverso un taglia e cuci elettronico, nel quale a scarni accenni di chitarra si affiancano e/o sovrappongono fragili note di piano, parti di violino, il suono metallico di percussioni e campane, più il consueto lavoro d’atmosfera, fatto di drone spessi che danno fisicità all’insieme. Le parole, come sempre, non ci sono, se si esclude un solo campionamento. La stratificazione spinta del passato scompare, lasciando spazio per respirare. Questo è uno degli elementi nuovi che permettono il passaggio di più sole attraverso il suono di RM74, che di certo non è un progetto che “ha scelto la vita”, ma che adesso sembra rappresentare meglio la propria umanità, fatta anche di (poche) luci e non solo di ombre.
Con Ride Out The Waves dei Sum Of R e questo Two Angles Of A Triangle Reto Mäder si conferma un personaggio sottovalutato nel panorama musicale sotterraneo odierno. Facendo passi di lato con entrambi i progetti, è riuscito a progredire e diversificarsi, rimanendo interessante. Fa bene Keith Utech a pubblicargli anche Ural Umbo (vediamo se passa di nuovo la Relapse a portargli via le band…).
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