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Se da una parte le capacità di adattamento molecolare dei virus rappresentano uno dei principali meccanismi alla base del processo infettivo, ci sono sempre più dati che puntano sulle variazioni nella genetica dell’ospite, come un altro meccanismo che possa spiegare la variabilità delle risposta individuale allo stesso agente infettivo [ http://goo.gl/Vbb3n ].
Sembra ora che le molecole di RNA non codificante, cioè tutti gli RNA che pur provenendo da specifiche sequenze di DNA non verranno mai tradotti in proteine, possono essere implicati nel meccanismo dell’infezione virale. Alcuni ricercatori della Sackler Faculty of Medicine di Tel Aviv hanno infatti impiegato delle cellule in laboratorio, di cui una parte è stata infettata con HIV mentre un’altra è stata usata come controllo. Hanno quindi messo a punto un software in grado di creare il profilo genetico di tutti gli RNA non codificanti presenti nella cellula, riuscendo in questo modo a discriminare precisamente le cellule infettate da HIV da quelle che non erano state messe a contatto con il virus. Questo perchè sembra che specifici RNA non codificanti compaiano, nel momento in cui la cellula ospite riconosce l’agente infettivo come estraneo. Quindi, la risposta dell’ospite non è ristretta solo ai geni e ai relativi RNA che codificano per le proteine, ma assume delle proporzioni più vaste.
Tutto questo rappresenta un nuovo punto di vista dal quale possono essere studiati i meccanismi di interazione fra cellula ospite e agente patogeno: se questi dati verranno confermati, un programma come quello sviluppato dai ricercatori israeliani permetterebbe di comparare i profili di questi RNA in individui diversi, oppure seguire l’andamento dell’infezione in uno stesso individuo, attraverso il cambiamento nel profilo dei suoi RNA non codificanti.
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