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Chiusa una porta si apre un portone...o una botola?
Capita negli ultimi tempi di riflettere sulle mie disastrose relazioni con l'altro sesso. Tempo fa ho incontrato un uomo dai capelli brizzolati e dai tatuaggi neri. [L'uomo più bello che abbia mai conosciuto.] Ci siamo piaciuti dal primo istante in cui le nostre retine non hanno potuto fare a meno di restare impregnate l'uno dell'altra. Avete presente il colpo di fulmine? mi capita raramente ma così è stato. Come le api col miele (o una bulimica con il frigorifero) non riuscivamo a tenerci a distanza nonostante fossero in piedi da parte di entrambi delle situazioni preesistenti contrarie. Il nostro incontro ha spazzato via ogni cosa e persona intorno portandoci a stare insieme. Fare l'amore era l'esperienza più totalizzante che avessi mai vissuto. Camminare mano nella mano mi faceva sentire sicura. Essere abbracciata a lui era il luogo più giusto dove stare. Mi ritagliavo uno spazio sotto la sua ascella e mi attorcigliavo alle sue lunghe gambe come un serpente arboricolo si arrampica e si distende sui rami delle grandi foreste pluviali. Cosa non ha funzionato mi chiedo? Non era semplice attrazione. Ho creduto di incontrare quella persona speciale che con la sua presenza nella mia vita l'avrebbe arricchita e spazzato via quel passato recente pieno di bitume che mi portavo addosso. Quando l'amore non basta? quando non si riesce a comunicare!? quando si resta immobili nelle proprie convinzioni senza nemmeno provare a guardare al di là del proprio naso? Quando ci si convince di essere vittima e invece ci si comporta da carnefice? Quando l'amore fa male?