Road to World Cup: Girone D – Sinfonia baltica o marcia balcanica?

Creato il 25 agosto 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

L’estate di Las Palmas si chiude col botto: la Gran Canaria Arena si prepara ad accogliere il Gruppo D della FIBA World Cup 2014 (a Granada giocherà il Gruppo A, a Siviglia il gruppo B mentre a Bilbao il gruppo C degli Stati Uniti). Le sinfonie baltiche della Lituania, le marce balcaniche dei fratelli Dragić e il mélange etnico dell’Australia attendono l’inizio delle danze; Messico, Angola e Corea del Sud non si tirano indietro. Il fascino dell’iride sta per arrivare nella paradisiaca periferia africana della Spagna contemporanea.

LITUANIA: TALENTO E FISICITÀ

I sacerdoti della religione civile che riempie il grande spirito lituano si preparano all’ennesimo rito esaltante della loro storia. Negli anni sovietici, la pallacanestro ha mantenuto viva l’identità delle genti di Vilnius e Kaunas; dopo il crollo del Muro di Berlino, la grande generazione di Árvydas Sabónis e Šarūnas Marčiulionis ha collocato la piccola repubblica baltica sulla mappa europea e ha plasmato la passione civile con il talento dei suoi polpastrelli. Nessuno Stato del Vecchio Continente vive un legame così totale e fecondo con una disciplina sportiva; i lituani seguono le loro squadre con grande passione e si specchiano nelle vicende della Nazionale, che raggiunge quasi sempre traguardi ragguardevoli. Il Mondiale spagnolo piomba sul Paese a poche settimane dal ritiro della leggenda più entusiasmante degli anni Duemila: Šarūnas Jasikevičius ha appeso le sue scarpette al chiodo, ma la sua magia accompagna ancora le maglie bianco-verdi. Coach Jonas Kazlauskas riparte dall’argento europeo del 2013 e dalla straordinaria fluidità offensiva che ha sempre accompagnato le perle del Baltico. Il roster della Lituania non è ancora definitivo, ma mostra tutta la profondità di un movimento fertilissimo: due generazioni si incrociano in un miscuglio d’ingredienti che l’appartenenza etnica e la sagacia dello staff tecnico possono trasformare in un delizioso cocktail cestistico. I gemelli Kšyštof e Darjuš Lavrinovič hanno ancora tanta voglia di esibire i loro meravigliosi fondamentali e di sfidare l’anagrafe poiché la freschezza di Donatas Motiejūnas e la fiducia di Jonas Valančiūnas spalancano vasti spazi alla sapienza enciclopedica dei veterani; l’astro nascente dei Toronto Raptors si tuffa nella FIBA World Cup per confermare i progressi della sua migliore stagione, mentre il lungo degli Houston Rockets cerca di dare continuità alle ottime indicazioni delle summer leagues dopo un’annata piuttosto complessa.
La giovane promessa dello Žalgiris Kaunas Artūras Gudaitis, Antanas Kavaliauskas e l’ala dell’Unicaja Malaga Mindaugas Kuzminskas completano il pacchetto di controllo del verniciato, mentre il veterano di mille battaglie europee Jonas Mačiulis sogna di preparare il suo trasferimento al Real Madrid con un grande Mondiale. L’esperto Simas Jasaitis, l’ex-Virtus Bologna Deividas Gailius e Paulius Jankūnas riempiono la faretra delle ali e aggiungono soluzioni interessanti al perimetro di Coach Kazlauskas. Martynas Pocius accende il back court con il suo talento, Renaldas Seibutis e Mantas Kalnietis portano conoscenza del gioco e pericolosità dall’arco, mentre Šarūnas Vasiliauskas, Adas Juškevičius e Žygimantas Janavičius ampliano il ventaglio lituano. Lo staff tecnico insiste sulla forza d’urto dei giovani lunghi e sulla capacità di allargare il campo che contraddistingue i suoi tanti tiratori; se i meccanismi collettivi funzioneranno, la Lituania farà parecchia strada e potrà addirittura sognare un clamoroso sgambetto a Team USA.

SLOVENIA: L’ARMATA DEI FRATELLI DRAGIC

La Slovenia dei canestri si appoggia al talento dei suoi migliori alfieri e cerca di trasformare il quinto posto dell’Eurobasket casalingo nella chiave della gloria iridata. Il roster di Coach Jure Zdovc non ha la geniale profondità della Serbia e non gode della versatilità poliedrica che anima la Croazia, ma l’unione fra le punte di diamante e i gregari potrebbe regalare buone soddisfazioni allo staff tecnico. Goran Dragić pianifica l’assalto alla nobiltà cestistica e prepara le sue magie offensive in coppia con il fratello minore Zoran, che spera di proseguire la sua crescita e di incantare le platee con la sua rapidità. Domen Lorbek lotta per dare seguito alla buona annata del Royal Halı Gaziantep con un bel Mondiale ma dovrà fare a meno del fratello Erazem, bloccato all’ultimo da un problema al ginocchio. Il volto noto di Uroš Slokar e i 217 centimetri del giovane Alen Omić presidiano il canestro sloveno dall’inesperienza internazionale dei giovani di talento che riempiono il roster di Coach Zdovc. La marcia balcanica di Lubiana affida le sue note al folletto dei Phoenix Suns, se le sue prestazioni saranno all’altezza del suo talento e se qualcuno dei compagni riuscirà ad aiutarlo, la Slovenia vivrà un’avventura interessante sotto il cielo delle Canarie.

AUSTRALIA: I CANGURI SALTANO IN ALTO

Gli Aussies preparano il Mondiale spagnolo con progetti bellicosi. Coach Andrej Lemanis ha radunato i migliori talenti del suo Paese e li ha convinti a partecipare a una spedizione che potrebbe riservare sorprese intriganti. Matthew Dellavedova e Dante Exum formano un back court giovane e ben assortito (pur con la pesante assenza del leader Patrick Mills): l’intelligenza versatile e il fiuto del playmaker di riserva dei Cleveland Cavaliers si uniscono all’esplosività infinita e al talento inesplorato della prima scelta degli Utah Jazz in un’accoppiata frizzante. Chris Goulding e Adam Gibson completano il pacchetto esterno e si integrano alla versatilità degli swing-men Joe Ingles e Ryan Broeckhoff; l’ala del Maccabi porta in dote un notevole bagaglio di esperienze e trucchi, mentre il 24enne del Beşiktaş aggiunge cavalli al motore australiano. L’uomo-Gran Canaria Brad Newley fa gli onori di casa, mentre Cameron Bairstow e l’ex-Virtus Bologna Brock Motum offrono soluzioni varie nello spot di ala forte. Il pluri-titolato David Andersen riempie di tecnica l’area che la forza bruta di Nathan Jawai spazza con notevole determinazione, mentre il Campione NBA Aron Baynes aggiunge centimetri, chili e grinta a una front line piena di risorse. I Canguri saltano in alto e minacciano tutte le avversarie: non sarà facile contenere il loro grande entusiasmo.

ANGOLA: I CAMPIONI AFRICANI

L’Angola conferma la forza del suo movimento cestistico e l’ottima tradizione che ha caratterizzato gli ultimi lustri della sua storia; l’ex-colonia portoghese ha raggiunto la FIBA World Cup grazie alla vittoria del torneo africano ed è stata inserita in un girone che potrebbe lasciare aperto qualche spiraglio alle sue ambizioni di passaggio del turno. Anche se i nomi dei giocatori angolani suggeriscono ben poco al pubblico europeo, la chimica del gruppo e il desiderio di esibirsi sul prestigioso palcoscenico mondiale moltiplicano le forze dei singoli; il clima delle Canarie potrebbe favorire le prestazioni dell’unica nazionale africana del Gruppo D. Slovenia e Australia non possono permettersi il lusso di sottovalutare Milton Barros e i suoi undici compagni.

MESSICO: I CAMPIONI DELLE AMERICHE

Gustavo Ayon e una truppa di illustri carneadi; il Messico fa il suo ingresso al Mondiale spagnolo a fari spenti e senza particolari ambizioni di successo. Il trionfo della FIBA Americas 2013 mostra il predominio del Gigante su un’area piuttosto ristretta, ma nasconde con efficacia la reale identità dei suoi artefici. Il clima canario potrebbe essere il migliore alleato dei Chicanos, ma la forza di Argentina, Australia e Slovenia e la maggiore esperienza dell’Angola cospirano contro le loro speranze di qualificazione. La voglia di stupire però non manca e Ayon potrebbe anche trovare risorse più o meno inaspettate dai compagni (Jorge Guetierrez, visto ai Nets, uno su tutti)

COREA DEL SUD: IL FASCINO DELL’IMPOSSIBILE

I coreani hanno scritto pagine importanti della storia dello sport. Anche se l’Occidente ha spesso sottovalutato la loro nazione, gli atleti e le rappresentative di Seoul e Pyongyang hanno regalato enormi sorprese ai loro beniamini e cocenti delusioni ai loro avversari. Le sciagure calcistiche di Pak-Doo-Ik e Ahn e la pioggia di medaglie che caratterizza tutte le edizioni dei Giochi Olimpici dimostrano la forza caratteriale delle genti che popolano la terra del 38° Parallelo. La Corea del Sud si presenta alla FIBA World Cup con un roster “domestico”: tutti i giocatori che obbediscono agli ordini di Coach Yoo Jae-hak giocano campionato della loro nazione e non sono noti ai taccuini degli scout occidentali. I ragionamenti tecnici li escludono da qualsiasi discorso qualificazione, ma l’orgoglio identitario che riempie i loro muscoli attribuisce particolare interesse alle loro vicende.


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