Road to World Cup: Gruppo C – Fuori i secondi!

Creato il 22 agosto 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

L’Euzkadi attende con impazienza l’arrivo della FIBA World Cup. Dopo le infinite angosce del CD Basket Bilbao, la più importante città basca si prepara allo sbarco di Team USA e delle stelle del Mondiale iberico. La Bizkaia Arena di Barakaldo ospiterà le partite del Gruppo C (a Granada giocherà il Gruppo A mentre a Siviglia il gruppo B) e assisterà al ritorno sui parquet internazionali di Derrick Rose; la Finlandia di Petteri Koponen avrà il suo battesimo iridato contro la squadra di Mike Krzyzewski e inseguirà i suoi sogni dopo una partenza difficile. Turchia, Ucraina e Repubblica Dominicana assalteranno la qualificazione fin dalla prima giornata, mentre la Nuova Zelanda farà sentire alle sue avversarie tutta l’insostenibile leggerezza dell’Essere dell’emisfero australe.

TEAM USA

Sono per forza di cose i favoriti avendo a disposizione più talento di qualunque altra squadra, ma attenzione perchè le sorprese sono sempre dietro l’angolo.

TURCHIA: UNA WILD CARD D’ORO

Il sorteggio di Barcellona ha ammiccato alle ritrovate ambizioni del basket turco: la Mezzaluna anatolica si è ritrovata nell’urna grazie alla benevola concessione di una wild card e ha ricevuto il dubbio privilegio di affrontare Team USA, ma ha subito notato che il livello delle sue rivali dirette non lasciava spazio alla paura. La carta colloca i ragazzi di Ergin Ataman alle spalle delle stelle d’Oltreoceano anche se il roster è ricchissimo di defezioni: da Ömer Aşık a Ersan Ilyasova, da Semih Erden a Ener il pacchetto lunghi potrà contare solamente sull’esperienza di Oğuz Savaş e Kerem Gönlüm, mentre sul perimetro ci sarà la straordinaria versatilità di Emir Preldžič; la stella two-way del Fenerbahçe Ülker sogna di lanciare la stagione del tanto sospirato trionfo gialloblù con un grande Mondiale e prepara le sue numerose armi con grande cura. Furkan Aldemir alterna la sua freschezza alla sapienza del suo compagno di club Gönlüm e tiene alta la bandiera del Galatasaray insieme a Ender Arslan e Sinan Güler; Arslan si prepara a condividere la cabina di regia con la sorpresa dell’Anadolu Efes Doğuş Balbay e con l’eterno Kerem Tunçeri. Güler condivide lo spot di guardia con Melih Mahmutoğlu e il giovanissimo Cedi Osman, mentre il “piccolo” Barış Ermiş e il “lungo” Barış Hersek sperano ancora di convertire l’ottima stagione del Royal Halı Gaziantep e il trionfo nella Coppa di Turchia del Pınar Karşıyaka in una convocazione iridata. Ergin Ataman deve ancora annunciare le sue ultime scelte, ma la sua squadra trasmette agli appassionati del Bosforo sensazioni positive; un bel cammino è possibile, l’inizio della riscossa anatolica potrebbe essere vicino.

UCRAINA: LO SPORT OLTRE IL DOLORE?

Quando il sogno mondiale della Nazionale azzurra si è spento al cospetto delle “zingarate” esplosive di Eugene Jeter e le speranze di Coach Pianigiani hanno sbattuto contro i lunghi ucraini, Kiev ha festeggiato la prima qualificazione iridata della sua storia cestistica in un clima di tensione. Nei mesi successivi, le lacerazioni fra l’Ovest nazionalista e opportunisticamente filo-occidentale e le minoranze russe dell’Est hanno raggiunto il parossismo di una strana guerra civile; l’illiberalità imperialistica di Putin ha sobillato la Crimea e ha seminato nelle regioni di Donetsk e Charkiv il sordo spirito dell’indipendentismo, ma le ombre sciovinistiche e filo-naziste del governo “occidentale” non hanno mai sopito le preoccupazioni degli analisti più accorti. La guerra più difficile dell’Europa post-postmoderna ha sconvolto il Paese e ha minato la serenità della sua rappresentativa cestistica; per qualche settimana i tifosi hanno temuto che la FIBA togliesse la licenza alla squadra (dopo aver tolto la possibilità di ospitare Eurobasket 2015), ma le previsioni più pessimistiche sono state spazzate via e hanno lasciato il posto alla voglia di allestire un roster competitivo. Anche se i nomi non solleticano le fantasie, la solidità dell’amalgama ucraino minaccia le ambizioni delle avversarie; Jeter e Gladyr guidano il back court, Viacheslav Kravtsov presidia il pitturato e una serie di robusti giocatori di ruolo coprono il campo con il loro agonismo. La “lezione azzurra” insegna: mai sottovalutare i ragazzi di Kiev.

FINLANDIA: OCCASIONE D’ORO

L’incredibile mélange etnico della Scandinavia orientale debutta alla FIBA World Cup in un’atmosfera di gioia e speranza; il Gruppo C apre alla Finlandia ottime opportunità di qualificazione agli Ottavi e attende la frizzante versatilità del suo roster. L’ex-bambino-prodigio della Virtus Bologna Petteri Koponen garantisce punti e un’ottima pericolosità perimetrale, mentre l’illustre giramondo Teemu Rannikko porta in dote una notevole esperienza internazionale; Lehto, Koivisto e Salin completano il pacchetto arretrato e si propongono di rifornire adeguatamente le talentuose ali del Baltico. I naturalizzati Erik Jay Murphy e Gerald Lee (niente da fare invece per Drew Gooden cui non è stato dato il permesso di giocare per alcuni dubbi sulla sua doppia nazionalità) guidano una batteria che alterna alla solidità nordica di Tuukka Kotti i fondamentali di Hanno Möttöla e l’imprevedibilità di Kimmo Muurinen.
La prima curva porterà i colori accesi delle Stars and Stripes, ma gli snodi successivi offriranno ai finlandesi l’opportunità di mostrare tutta la loro voglia di stupire.

REPUBBLICA DOMINICANA: ATTENZIONE AL CARIBE

Le nazionali caraibiche rappresentano perfettamente l’atmosfera del loro mondo: le loro ambizioni sono sempre piuttosto enigmatiche poiché affiancano alla tranquillità di fondo delle genti equatoriali la voglia di emergere degli underdogs. Francisco Garcia (appena ri-firmato dai Rockets) e Ricardo Greer incarnano questi concetti fino al parossismo: il primo ha costruito una carriera NBA sulla capacità di leggere i contesti e sulla rapidità di adattarsi alle necessità degli altri che ha appreso nella sua splendida isola; il secondo ha minacciato generazioni di international players con il suo policromo talento offensivo. Il roster dominicano è pieno di incognite e mette al bando le certezze, ma gli appassionati possono aspettarsi una costante: i ragazzi del Caribe accenderanno le partite con il loro genio imprevedibile. I tifosi di Sassari osserveranno attentamente le gesta del loro prossimo beniamino Edgar Sosa mentre quelli di Cantù si gusteranno James Feldeine e alterneranno la ragionevole ambizione ad abbracciarli quanto prima all’auspicio di attendere una vera e propria stella; tutto e il suo contrario, il simbolo delle possibilità della Repubblica Dominicana.

NUOVA ZELANDA: LA LEGGEREZZA DEGLI ALL WHITES

Gli sportivi neozelandesi condividono un singolare destino: se non indossano l’uniforme nera della squadra di rugby più famosa del mondo, vivono le loro carriere senza pressioni. La straordinaria atmosfera degli antipodi avvolge le divise bianche dei Kiwi e alleggerisce le loro spalle; la carta non li considera e il campo sembra sorridere dei loro curriculum, ma la voglia di Coach Nenad Vučinić e l’ottima organizzazione del suo staff promettono scintille. Il giramondo Kirk Penney guida una banda di giovanissime promesse dei college USA e di onesti veterani del down under neozelandese; se i ragazzini mostreranno la stessa fame che ha trasformato Steven Adams in una pedina fondamentale dei vice-campioni della Western Conference (ma lui purtroppo non ci sarà), gli appassionati di Bilbao ammireranno la loro grinta e gli osservatori NBA prenderanno parecchi appunti.


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