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Roaring currents

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ROARING CURRENTS di Han-min Kim – 2014

Ecco il film che ha più incassato nella storia del cinema coreano. L’evento centrale del film è molto conosciuto in patria (praticamente è come fare un film di grossa produzione in Italia su Garibaldi).
L’Ammiraglio della flotta coreana affrontò con sole 12 navi la flotta giapponese, la quale ne contava più di 300.
Grazie alla sua conoscenza delle coste della penisola, egli attirò in trappola gli avversari nello stretto di Myeongryang, dove il peculiare flusso e riflusso delle maree creavano gorghi violentissimi, che impedirono alle navi nemiche di manovrare liberamente. La corrente è forse, simbolicamente, la vera protagonista del film. Già nel titolo il richiamo al tema delle maree e dell’acqua (metafora molto presente in tutta la cultura orientale) è ben chiaro: la corrente può essere avversa o a favore ma ha sempre una propria direzione.
Come dimostra la strategia dell’ammiraglio, è molto più sensato scegliere di seguirla e usarla a proprio vantaggio, che non cercare di dominarla o, peggio, remarci contro. La corrente ha una forza superiore, davanti alla quale non possiamo che arrenderci e allo stesso tempo affidarci, consci che prima o poi, in un senso o nell’altro, cambierà di nuovo. Questo non significa esserne completamente in balia ma, conoscerla, rispettarla e saperla affrontare.
L’Ammiraglio Yi Sun-shin inflisse innumerevoli sconfitte alla flotta nipponica tra il 1592 e il 1598. Considerato uno dei migliori comandanti navali di tutti i tempi ed eccelso tattico e stratega, egli morì imbattuto, colpito da una pallottola d’archibugio durante la battaglia di Noryang.
Non sono un amante dei film di guerra e mi sono apprestato a vedere questo film con un interesse molto limitato.
Non sono nemmeno un conoscitore della vasta gamma di effetti speciali e quanto questi possono influenzare sulla valutazione globale del film.
Ho visionato wikipedia, la ricostruzione storica del relativo periodo sembra essere abbastanza fedele.
Il film è stato apprezzato molto in Corea e sembra essere meno conosciuto nel resto del mondo.
Molte parti sicuramente sono esagerate, ma i coreani sono riusciti a realizzare un intero film su una sola battaglia. Una battaglia che però ha deciso l’esito della guerra corea-giappone del 1597.
La conoscenza del mare, degli elementi, i coreani giocavano in casa, il condottiero Yi Sun-Shin sapeva che non bastava. Doveva cancellare la paura nei suoi soldati. Di fronte a tanta determinazione la paura è cresciuta anche nel nemico.
Mi ha impressionato la scena della distruzione del villaggio coreano per mano dei soldati coreani stessi (su ordine dell’ammiraglio Yi Sun-Shin) . Il popolo coreano ha accettato il “vuoto”, ha capito che la sua unica speranza era lottare e doveva lottare in mare, la paura è diventata un’arma amplificando il coraggio di ognuno di essi.
Alla fine non mi è sembrato un film solo di guerra, ma di sentimenti come coraggio, lealtà e tutte insieme hanno scritto un finale superbo per la gioia dei coreani.


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