Cari visitatori della Tana,è arrivato l'ora di un nuovo appuntamento con la mia rubrica Roba da lettori, che non pubblicavo da un po' di tempo.Oggi vi parlo di alcune cose che no, proprio non riesco a sopportare nei romanzi.Cercherò di limitarmi ad alcuni argomenti onde evitare poemi chilometrici, e mi atterrò ad alcuni dei cliché che mi fanno davvero innervosire.Dove necessario, userò delle gif, magari per rendere meglio i vari concetti!
Le Mary Sue.Ossia le protagoniste o in generale i personaggi femminili eccessivamente stereotipati.Mary Sue è una ragazza mediamente bella, di solito porta i capelli lunghi che ama portare raccolti nel 99% dei romanzi.Le Mary Sue più particolari hanno i capelli rossi -le ginger ultimamente vanno molto di moda- ma di solito hanno lunghi capelli biondo cenere oppure di un più comune castano.Sono generalmente timide, molto insicure e hanno la capacità di arrossire ad ogni complimento e una sorta di tachicardia che rischia loro di causare un attacco di cuore ogni volta che il ragazzo di cui sono innamorate si avvicina.Nel corso del tempo gli stereotipi femminili che ho incontrato nelle mie letture sono notevolmente cambiati, ma ce ne sono alcuni ricorrenti che proprio non riesco a sopportare.
- Il brutto anatroccolo che nell'arco di venti pagine si trasforma in un bellissimo cigno;
Ci sono quelle ragazze che passano metà del romanzo ad indossare vestiti sformati, maglioni della nonna e le immancabili All Star, girano senza trucco e vivono all'insegna della semplicità professando che credono nel fatto che la bellezza interiore sia più importante di quella esteriore. Poi improvvisamente hanno un'illuminazione e con un trattamento di bellezza improvviso e rapidissimo decidono di mettere gonne e tacchi 12 e una dose di eyeliner che Cleopatra in confronto sembrerebbe una dilettante.
No dico, ma un po' di coerenza? Anch'io credo che in una persona la bellezza esteriore conti in modo relativo, ma preferisco un personaggio che non si nasconda dietro slogan scontati per poi avere attacchi alla Dr. Jeckyll e Mr. Hyde per riuscire a cambiare da un momento all'altro e diventare da sfigata a stangona, come se vivesse dentro una puntata di Ma come ti vesti?
Preferisco di gran lunga le ragazze o le donne a cui piace sentirsi belle nel loro piccolo e non hanno paura di ammetterlo.
Doctor says it all!
- Le santerelline;
Nei romanzi ci sono spesso e volentieri quelle ragazze che stanno una spanna sopra a tutti e quasi camminano ad un palmo da terra, circondate da un'aura di virgineo candore. Insomma, quelle che predicano che no, i ragazzi non gli interessano e mai, mai e poi mai farebbero sesso con qualcuno. E poi, sempre in maniera coerente, passano metà del libro a sbavare sul co-protagonista figo di turno, sul figo della scuola o sul Gary Stu di turno.
Non ci trovo niente di male nel fatto che un personaggio femminile sia attratto da un personaggio maschile al punto di avere delle fantasie erotiche ma le insopportabili santerelline, quelle che predicano bene e razzolano male, proprio no.
- Le nuove arrivate;
Non so se anche a voi è capitato lo stesso, ma negli YA soprattutto mi capita spesso di leggere di protagoniste che puntualmente sono delle nuove arrivate a scuola.
Certo, la Meyer sulla Bella Swan appena arrivata che ha fatto strage di cuori nel paesello di Forks ci ha costruito la sua fortuna, ma davvero, ne ho abbastanza.
Per rendere un personaggio interessante non c'è bisogno di farli attraversare il continente per trasferirle in una nuova scuola e far sì che tutta la popolazione maschile della scuola le trovi attraenti!
- La lettrice che non legge;Questa categoria mi sta particolarmente antipatica, ma allo stesso tempo è molto diffusa. Molte Mary Sue sono delle lettrici, tanto che quando gli autori ce le presentano ci dicono che sono amanti della letteratura e amano immergersi tra le pagine di un romanzo, preferibilmente di Jane Austen o di Emily Bronte, ma poi nel corso delle successive quattrocento pagine non le troviamo mai alle prese con un romanzo. MAI. Non c'è una scena in cui leggano una pagina qualsiasi, nemmeno la lista della spesa.
I Gary Stu.
La mia reazione davanti all'ennesimo ciuffo
ribelle/ciocca ribelle/capello arruffato
Caratteristica essenziale dei Gary Stu sono i capelli. I Gary Stu hanno necessariamente i capelli arruffati, amano passarsi le mani tra i capelli e se i loro capelli non sono arruffati c'è sempre qualche ciocca ribelle oppure un ciuffo ribelle che ricade puntualmente sugli occhi nemmeno fossero degli yorkshire a pelo lungo.
Ma oltre al fisico, è necessario analizzare anche alcune categorie di Gary Stu.
- Il bello e dannato;
Immancabile in tutti gli YA che possano essere definiti tali ma lo ritroviamo anche nei romanzi rosa - non YA, è il tipico ragazzo bellissimo, biondo o moro non ha importanza, ma è un bel ragazzo e sa di esserlo. Ostenta la sua sicurezza e di solito ha un caratteraccio. La nostra Mary Sue non può proprio fare a meno di avere dei battibecchi con lui ma allo stesso tempo ne è terribilmente attratta.
Per dargli un minimo di spessore generalmente a questi personaggi si accosta un passato difficile. Spesso il bello e dannato possiede una motocicletta, ha qualche tatuaggio e degli amici poco raccomandabili, ma è pronto a cambiare per la sua Mary Sue.
- Il bello e intelligente;
Quella del bello e intelligente è una categoria particolare, in cui facciamo rientrare tutti quei personaggi maschili che vediamo bellissimi attraverso gli occhi della protagonista femminile, ma che non sono soltanto belli fisicamente ma anche i primi della classe.
Hanno successo a scuola o al college, sanno come compiacere i docenti, svolgono un sacco di attività e hanno anche il tempo per avere una vita sociale invidiabile, dato che frequentano i locali in, hanno degli amici in, sono invitati a tutte le feste e di solito vincono anche la corona di Re del ballo.
- Il figlio di papà che vuole essere alternativo;
Generalmente bellissimo e ricchissimo, il figlio di papà che vuole fare l'alternativo di solito frequenta la scuola o il college per hobby e vive per le feste e per sperperare il patrimonio di famiglia. Nel 90% del suo tempo è impegnato ad andare dietro alla Blonde and Bitch (vedi sotto), ad organizzare scommesse o corse illegali sulla sua auto o moto ultimo modello e ovviamente ad ubriacarsi alle feste.
Capita spesso che come il Bello e Dannato abbia alle spalle una famiglia assente e frequenti compagnie poco raccomandabili, ma nel momento in cui ha conosciuto la sua Mary Sue, ha deciso di cambiare. Non dichiara mai apertamente i suoi sentimenti, ma poco a poco lo vediamo intenerirsi.
Stereotipi dei personaggi secondari.Anche i personaggi secondari sono spesso stereotipati, in particolare gli amici dei protagonisti.Oltre alla Blonde and Bitch, che è generalmente un personaggio secondario, incontriamo spessissimo anche:
- Il migliore amico;
Di solito è carino, magari un po' nerd, e nel 90% dei casi è innamorato della protagonista ma non ha il coraggio di dichiararle i suoi sentimenti. Passa il suo tempo a scodinzolare dietro alla sua Mary Sue, nella speranza che lei gli dedichi un po' di attenzione, ma nel 99% dei casi lei non fa altro che parlargli del ragazzo di cui lei si è innamorata.
Prendo un attimo fiato tra un cliché e l'altro!
- Blonde and Bitch;
Ovvero la str***a di turno.Puntualmente bionda o finta bionda, popola gli YA, ma anche i romanzi per adulti avendo un'unica missione, quella di demolire le poche sicurezze che la protagonista ha, rendendo a lei ed eventualmente ai suoi amici la vita un inferno. - La migliore amica/ Le migliori amiche;Generalmente nei romanzi troviamo lo stereotipo della coppia di migliori amiche, al massimo del trio. Ci sono diverse possibilità di combinazione, ma quello che trovo più spesso è quello protagonista timida ed introversa con migliori amiche estroverse e festaiole, si quelle che sono dedite alle relazioni sociali, allo shopping e al tenersi in forma, tanto che spesso mi capita di chiedermi come sia possibile che persone tanto diverse siano amiche!
- I genitori assenti;Per i genitori, soprattutto in uno YA, ci sono poche regole.
I genitori che proprio mi sembrano surreali sono spesso assenti per via del lavoro. Di solito sono semplicemente assenti, ma gli autori più fantasiosi gli affibbiano anche professioni inverosimili che li costringono in giro per il mondo, abbandonando così i figli diciassettenni alla loro sorte. Così i suddetti figli hanno sempre la casa per loro, in qualsiasi momento dell'anno e nelle poche telefonate che si scambiano con i genitori questi non si interessano nemmeno troppo dello stato di salute dei propri pargoli.
Per oggi, cari lettori, credo proprio di essermi dilungata abbastanza.
Come vi ho sempre detto i cliché mi vanno bene finché sono gestiti bene dall'autore, ma spesso e volentieri gli autori sono sanno renderli propri, non sanno plasmarli bene, quindi ne viene fuori un vero pasticcio, che mi causa proprio il nervoso.Credo proprio che per darvi una panoramica più completa di tutti quei casi letterari che mi fanno alzare gli occhi al cielo avrò bisogno di scrivere un altro post per questa rubrica, quindi stay tuned!Alla prossima!